di Giancarlo Navach e Francesca Landini
MILANO (Reuters) - Il 2023 potrebbe portare a un ritorno dell'M&A nel settore delle utility con il possibile avvio del processo di vendita di Edison da parte di Edf e, in quel caso, A2A (BIT:A2) sarà della partita.
Lo dice l'AD di A2A Renato Mazzoncini in un'intervista a Reuters. "Se Edison dovesse essere messa sul mercato credo sia importante che torni ad essere italiana. Di player che possano essere interessati non ce ne sono tanti, ma noi ci metteremo la testa: Edison è molto simile ad A2A e messe insieme sarebbero un player importante e di sinergie da realizzare ce ne sono tante", dichiara.
Edison - un colosso che alcune fonti valutavano fino a circa 8 miliardi di euro lo scorso ottobre - finì sotto il controllo dei francesi di Edf nel 2012. Fra il 2005 e il 2012 la stessa A2A deteneva circa il 20% del produttore e venditore di energia elettrica e gas, insieme a Edf che poi la rilevò tutta. "Se dopo che la Francia ha deciso di nazionalizzare Edf dovesse mettere sul mercato Edison, per evitare di mantenere una gestione interna nazionalizzata e contemporaneamente fare il player sul mercato in Italia, resterà da capire se verrà messa tutta in vendita o solo alcuni asset", sottolinea il manager bresciano. BOOM RATEIZZAZIONI BOLLETTE PARI A 9 VOLTE PRIMA PANDEMIA
Nel frattempo la superutility lombarda si appresta a chiudere il 2022 con un livello molto elevato, mai raggiunto prima, di rateizzazioni delle bollette e si avvia a testare da gennaio la linea di credito Sace per coprirsi dall'esposizione sulle margin call. "Rispetto al 2021 i volumi di rateizzazioni al 30 novembre sono intorno a cinque volte e a nove volte se le compariamo a quello che era il mondo normale ante pandemia, il 2019. E ci aspettiamo che questa percentuale salga ancora durante l'inverno", aggiunge il numero uno di A2A. "Si tratta di valori gestibili e contenuti intorno ai 200 milioni di euro. Il lato positivo che vediamo è che la stragrande maggioranza delle rateizzazioni va a buon fine, ovvero si conclude con il pagamento nel rispetto dei piani di rientro concessi ai clienti", aggiunge il numero uno di A2A. Oggi il prezzo del gas si attesta intorno a 114 euro per megawattora, pari un terzo rispetto ai picchi di circa 350 euro toccati ad agosto, ma comunque pur sempre su livelli decisamente elevati e si fa sentire sui costi dell'energia per le imprese e le famiglie.
"A causa di questo incremento A2A Energia sta assorbendo capitale circolante e, di fatto, abbiamo una parte di cash non più utilizzabile per investimenti", osserva Mazzoncini. E proprio in riferimento alle margin call, ovvero un impegno di capitale richiesto da chi opera nel settore energia per coprirsi dal rischio del prezzo delle commodity energetiche, grazie anche alla stabilizzazione del mercato, "A2A è passata da un picco massimo raggiunto ad agosto, superiore al miliardo e mezzo, che comunque è stato gestito senza particolari problemi grazie alla solidità del gruppo, a meno della metà di oggi". A tal proposito, Mazzoncini annuncia che a gennaio A2A chiederà la garanzia Sace per una linea di credito di "alcune centinaia di milioni, con l'obiettivo di testare lo strumento per coprirsi dalla volatilità del prezzo". Proprio ieri il Consiglio Ue ha approvato il tetto al prezzo del gas, fissando il limite a 180 euro per megawattora. "Con un tetto del gas a 180 euro sicuramente si evitano le speculazioni, a quel punto non dovremmo trovarci più in una situazione ingestibile", commenta il manager.
NO RISCHIO BLACKOUT, MA OCCHIO A UTILIZZO STOCCAGGI
Con l'inverno che avanza e le temperature oramai sempre più rigide, si sta andando verso un deciso incremento dei consumi che comunque non sembra impensierire Mazzoncini su eventuali blackout o rischi di razionamento alle forniture.
"Questo inverno non credo che di rischi ce ne siano perché abbiamo riempito gli stoccaggi anche con i flussi arrivati dalla Russia nella prima metà dell'anno. Ma il prossimo inverno sarà più complicato riuscire a riempirli a meno che non entri in funzione il rigassificatore di Piombino. Per questo motivo dobbiamo cercare di utilizzarli il meno possibile e di arrivare a fine inverno al 40-50% di capacità e non al 20-30% come accade di solito", conclude Mazzoncini che invita a guardare a questo e al prossimo inverno 2023-24 come un'unica stagione termica e sperare che non siano particolarmente rigidi.
(Giancarlo Navach, editing Sabina Suzzi)