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ANALISI - Attesa mercati scenario 'no landing' diminuisce propensione al rischio

Pubblicato 23.02.2023, 10:50
Aggiornato 23.02.2023, 10:54
© Reuters. Una donna osserva vestiti in un negozio Walmart a Flagstaff, in Arizona.  REUTERS/Lisa Baertlein/

© Reuters. Una donna osserva vestiti in un negozio Walmart a Flagstaff, in Arizona. REUTERS/Lisa Baertlein/

di Naomi Rovnick e Davide Barbuscia

LONDRA/NEW YORK (Reuters) - Sui mercati che prevedono uno scenario di 'no landing', in cui la crescita economica globale si mostra resiliente e l'alta inflazione persistente, si riduce la propensione nei confronti sia degli asset rischiosi sia del debito pubblico.

Per mesi gli investitori hanno scommesso su un rallentamento della crescita globale sufficiente a raffreddare l'inflazione e a persuadere le banche centrali a sospendere i rialzi dei tassi.

L'idea che Federal Reserve e gli altri istituti avrebbero usato la stretta monetaria per favorire un 'soft landing' prima di cambiare rotta per evitare una profonda recessione ha sostenuto il rally degli asset da ottobre, facendo scendere il dollaro e affluire capitali verso i mercati emergenti.

Ma i dati recenti, che riflettono un mercato del lavoro ancora rigido, hanno spinto gli operatori a ipotizzare un nuovo scenario, in cui la crescita economica regge e l'inflazione rimane ostinatamente elevata.

Ciò significa che i tassi potrebbero essere aumentati ancora, cosa negativa per gli asset di rischio. Le azioni mondiali hanno toccato ieri i minimi di un mese, mentre martedì Wall Street ha registrato la peggiore giornata dell'anno.

"Siamo passati da un atterraggio più morbido a un atterraggio inesistente, in quanto le condizioni di finanziamento rimarranno rigide", osserva David Katimbo-Mugwanya, responsabile del reddito fisso di EdenTree Asset Management.

La crescita dei posti di lavoro Usa ha subito una forte accelerazione a gennaio, l'inflazione negli Stati uniti ma anche in Germania è rimasta su livelli molto alti mentre l'attività economica statunitense ed europea è rimbalzata a febbraio.

Gli investitori hanno abbandonato l'aspettativa di tagli dei tassi nel corso dell'anno rinnovando le loro scommesse sull'aumento dei tassi, che negli Usa dovrebbero vedere un picco al 5,3% a luglio rispetto al 4,8% stimato all'inizio di febbraio.

Deutsche Bank (ETR:DBKGn) questa settimana ha alzato le sue previsioni sui tassi terminali Bce al 3,75% dal precedente 3,25%.

La riapertura della Cina, l'allentamento della crisi del gas in Europa e la forte spesa dei consumatori statunitensi "sono probabilmente più ribassisti che positivi per i mercati", afferma Richard Dias, fondatore della società di ricerca macroeconomica Acorn Macro Consulting.

"Stiamo entrando in una situazione in cui le buone notizie sono cattive notizie", aggiunge.

Per Paul Flood, responsabile degli asset misti di Newton Investment Management, "se la crescita dei salari rimane alta così come la domanda, la Fed spingerà ulteriormente al rialzo i tassi di interesse e questo non è un buon contesto per i mercati azionari o obbligazionari".

I prezzi delle obbligazioni scendono e i rendimenti salgono quando le aspettative di un incremento dei tassi sulla liquidità rendono meno attraenti i pagamenti di interessi fissi. I titoli azionari si muovono tipicamente al ribasso quando i rendimenti obbligazionari aumentano per tenere conto del rischio aggiuntivo di possedere azioni.

I rendimenti dei Treasury a 10 anni sono vicini ai massimi da novembre, quasi al 4%, rispetto al minimo a 3,3% segnato a gennaio. L'indice che misura la forza del dollaro rispetto alle altre principali valute è destinato a registrare il primo guadagno mensile degli ultimi cinque mesi, con il rafforzarsi delle scommesse su ulteriori strette che sostiene tipicamente il biglietto verde.

ADDIO RISCHI DI RECESSIONE?

A dicembre, la maggior parte degli economisti prevedeva una leggera contrazione dell'economia statunitense quest'anno, ma ora il consenso è per una crescita dello 0,7%. Funzionari della Fed hanno segnalato che probabilmente continueranno ad alzare i tassi più a lungo di quanto previsto in precedenza.

Le aspettative di recessione dell'Eurozona si sono in gran parte affievolite a metà gennaio grazie al crollo dei prezzi dell'energia. Gli economisti interpellati da Reuters vedono l'inflazione del blocco rimanere al di sopra dell'obiettivo del 2% fino al 2025, vista la tenuta della crescita.

"La tabella di marcia prevedeva una recessione poco profonda e un calo dell'inflazione", spiega Florian Ielpo, responsabile macro di Lombard Odier Investment Managers. "I dati hanno messo in discussione questa aspettativa".

Molti investitori continuano a credere che l'inflazione si ridurrà e ritengono che i recenti dati positivi siano probabilmente sostenuti da fattori una tantum, come un inverno mite e il residuo dei risparmi dei consumatori accumulati durante la pandemia.

"Dovrebbero esserci ulteriori segnali di rallentamento in corso d'anno e i risparmi da spendere si ridurranno nel secondo semestre", ritiene Rhys Williams, chief strategist di Spouting Rock Asset Management.

Secondo Thomas Hayes, presidente e managing member di Great Hill Capital, con sede a New York "se il petrolio non supera i 100 dollari, sarà molto difficile che l'inflazione acceleri nuovamente dopo la pausa della Fed".

Ielpo di Lombard Odier afferma di non aver modificato in modo significativo il posizionamento dei suoi fondi da gennaio, ma di essere "felice di non avere più" rischio azionario.

© Reuters. Una donna osserva vestiti in un negozio Walmart a Flagstaff, in Arizona.  REUTERS/Lisa Baertlein/

Per Katimbo-Mugwanya di EdenTree le obbligazioni a lunga scadenza offrono ancora valore, poiché le banche centrali si stanno comunque avvicinando alla fine del ciclo di rialzo dei tassi.

Ma poiché "i dati economici sono un po' più solidi di quanto forse eravamo stati portati a credere all'inizio dell'anno (...) non c'è pressione sugli istituti centrali perché inizino a segnalare una posizione più morbida".

(Versione italiana Valentina Consiglio, editing Claudia Cristoferi)

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