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ANALISI - Diasorin regina a Piazza Affari in anno Covid, maglia nera a Eni, Saipem, Bper

Pubblicato 28.12.2020, 17:15
Aggiornato 28.12.2020, 17:18
© Reuters. L'ingresso principale della Borsa di Milano

di Giancarlo Navach

MILANO (Reuters) - L'anno terribile del Covid-19 ha lasciato i segni anche sul mercato azionario italiano con debacle per alcuni nomi illustri di Piazza Affari, ma anche performance a doppia cifra per le farma-biotech o le società dell'economia digitale.

"Forse eravamo più preparati a una guerra mondiale, ma non a una crisi sanitaria di queste dimensioni", sottolinea Antonio Amendola, fund manager equity per l'Italia e l'Europa di AcomeA SGR.

Analizzando i risultati delle società dell'indice FTSE Mib emerge che l'effetto coranavirus ha premiato in particolare Diasorin (MI:DIAS), regina a Piazza Affari nel 2020 con un balzo di circa il 47%, grazie al boom dei test molecolari.

Maglia nera, invece, per i titoli del settore petrolifero, come Eni (MI:ENI) e Saipem (MI:SPMI), in calo rispettivamente del 38% e del 49%, colpiti dal forte calo del prezzo del greggio a causa della riduzione della domanda mondiale di idrocarburi per la pandemia e conseguente riduzione degli investimenti.

Male, in generale, anche il comparto bancario, con in testa UniCredit (MI:CRDI) (-40%), che paga i timori legati al forte rallentamento dell'economia e alle attese di un aumento degli Npl, ma anche le ipotesi ricorrenti di un possibile matrimonio con Banca Monte dei Paschi (MI:BMPS) oltre allo sbandamento seguito all'annuncio dell'uscita dal gruppo del Ceo Jean Pierre Mustier.

Nella classifica dei titoli che hanno performato meglio o peggio nell'anno che sta per concludersi, spiccano in positivo anche società come Interpump (MI:ITPG) (+40,6%), Nexi (MI:NEXII)(+32,5%), Amplifon (MI:AMPF) (+30,6%) e Prysmian (MI:PRY) (+33,5%); mentre sul fronte opposto in profondo rosso Leonardo (-43%), Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim) (-31%) e Atlantia (MI:ATL) (-30%).

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Per guardare il grafico cliccare su https://refini.tv/3rj3AHz

FTSE MIB REGISTRA UN CALO DEL 5% A DUE SEDUTE DA FINE ANNO

Quando mancano due sedute alla fine dell'anno l'Ftse Mib, l'indice delle principali blue chip di Piazza Affari, registra un calo intorno al 5%.

Un bilancio tutto sommato più che lusinghiero se si considera che, a partire dal 21 febbraio con la scoperta del 'paziente uno' e l'inizio dell'emergenza sanitaria, le borse mondiali sono state bersaglio di forti vendite e di un incremento della volatilità che hanno portato al crollo storico del Ftse Mib del 12 marzo (-16,92%), ma anche a Wall Street con il Dow Jones che il 16 marzo ha lasciato sul terreno il 13,52%.

Poi l'intervento delle banche centrali con le politiche monetarie ultra accomodanti unito all'attivismo dei governi con una pioggia di denaro su individui e aziende hanno avuto l'effetto di inondare di liquidità i mercati. E con i tassi di interesse scesi a zero sui bond i risparmiatori si sono riversati in massa sulle azioni.

Gli indici Usa hanno registrato ripetuti massimi storici, in particolare il Nasdaq grazie all'effetto del boom dei titoli tecnologici che hanno incrementato gli utili a seguito del virus.

Andando a vedere più nel dettaglio i singoli titoli, Fausto Artoni, fund manager e presidente di Impact Sim, rileva che a parte la storia di successo di Diasorin, il mercato è "disposto a comprare titoli come Amplifon o Interpump, pur essendo cari in termini di valutazione, per la qualità delle loro attività, del management e dei risultati che riescono a ottenere".

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FERRARI (NYSE:RACE) SU MASSIMI STORICI, BOOM ANCHE PER NEXI, PRYSMIAN

Anno molto positivo anche per Ferrari (MI:RACE) (+27%) che anche oggi ha toccato un nuovo massimo storico a 188,45 euro, per nulla intaccato dall'annuncio del cambio del Ceo. Sul titolo ci sono ben otto raccomandazioni di "Buy" e due di "Strong Buy".

Nexi si piazza al terzo posto "grazie ai pagamenti digitali che sono esplosi, alla fusione con Sia e, più in generale, con gli investitori globali che sono alla ricerca di aziende attive nel comparto della moneta elettronica", osserva ancora Artoni.

Altro titolo preferito dai grandi investitori globali è Prysmian dopo l'accelerazione sulla digitalizzazione come effetto immediato dei vari lockdown: "Smart working e insegnamento a distanza hanno comportato un incremento degli investimenti nella fibra ottica per la trasmissione dei dati dove è attiva la ex Pirelli (MI:PIRC) Cavi", spiega un analista non citabile.

Molto bene anche Moncler (MI:MONC) (+23,6%) in un anno nero per il lusso a causa del crollo delle economie e della chiusura dei negozi, grazie alla diversificazione dell'attività a livello mondiale con il 43% dei ricavi realizzati in Asia che, in questa seconda fase, è meno colpita dalle restrizioni per contenere la pandemia rispetto a Europa e Nord America.

Infine sul fronte dei ribassi, Leonardo è stato un titolo particolarmente venduto anche durante la fase più difficile della pandemia "e ha sofferto del blocco degli investimenti nel settore della difesa", sottolinea Artoni.

Ultimo posto in classifica per Bper (MI:EMII) (-50,6%), su cui hanno influito, oltre ai timori legati al rallentamento delle economie che ha colpito a livello generale tutti i bancari, anche l'aumento di capitale fino a 800 milioni per rilevare le 532 filiali dal gruppo Intesa Sanpaolo (MI:ISP) a seguito dell'Opas portata a termine su Ubi Banca (MI:UBI).

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E per l'anno che sta per iniziare l'avvio delle campagne vaccinali in tutto il mondo continuerà ad avere effetti positivi sulle borse, così come l'ombrello steso dalle banche centrali.

"Il bello arriva adesso: con il 2021 ci saranno nuove sfide, come il recovery fund e i vaccini. Per ora le economie sono anestetizzate e non vediamo quali saranno le aziende che chiuderanno per sempre colpite dalla crisi. Quello che conta sarà la selettività e il potenziale più alto ce l'hanno le small e mid cap italiane", conclude Amendola.

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Risultato piu’ che lusinghiero un -5% quando Francoforte segna il suo record storico ? Secondo me c’e’ qualcosa che non va
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