di Stefania Spezzati e John O'Donnell
LONDRA (Reuters) - Il deciso impegno della Svizzera a finanziare Credit Suisse ha dato alla banca la possibilità di risorgere da un crollo quasi totale della fiducia che ha terremotato i mercati globali.
La mossa, una sorta di assegno in bianco da parte di una delle più importanti banche centrali del mondo, ricorda ilwhatever it takes di Mario Draghi, quando da presidente della Bce prometteva di fare tutto il necessario per sostenere l'euro durante il crollo finanziario di oltre un decennio fa.
Negli anni successivi, la Bce e altre banche centrali hanno stampato miliardi di euro, in una lunga stagione di denaro a buon mercato che ha generato un rally globale dei prezzi delle attività. L'inversione di tendenza nei tassi per arginare l'inflazione ha imposto di rivalutare i rischi e ha fatto emergere la vulnerabilità di aziende come il Credit Suisse.
La Banca Nazionale Svizzera e il regolatore finanziario del Paese, la Finma, in una dichiarazione congiunta ieri sera hanno cercato di mettere fine a mesi di speculazioni sul futuro della banca, culminate in un calo del 30% negli scambi di ieri.
"Se necessario, la Banca nazionale svizzera fornirà liquidità a Credit Suisse", hanno dichiarato.
Nelle prime ore di oggi, Credit Suisse annunciato di aver intrapreso "un'azione decisiva" per rafforzare la propria liquidità esercitando l'opzione di prendere in prestito dalla Banca Nazionale Svizzera fino a 50 miliardi di franchi svizzeri (54 miliardi di dollari).
La mossa è stata pensata per arginare una crisi di fiducia nei confronti del secondo più grande istituto di credito svizzero, dopo anni di scandali e perdite.
Si tratta di un passo appena prima di un vero e proprio salvataggio come quelli visti durante il crollo finanziario di oltre dieci anni fa.
Ma lascia la banca centrale, che stampa il franco svizzero e sostiene l'economia del Paese alpino, decisamente in balia degli eventi, se la fiducia nella banca dovesse riprendere la sua spirale. Nel frattempo, Credit Suisse deve ancora portare avanti la radicale ristrutturazione intrapresa in ottobre per ripristinare la redditività.
Il crollo di Silicon Valley Bank negli Stati Uniti di venerdì scorso ha provocato una diffusa fuga verso la qualità, che ha visto i grandi istituti di credito ritenuti più solidi, tra cui la rivale svizzera Ubs, attirare depositiaggravando le difficoltà del Credit Suisse.
'RISCHIO CONTAGIO'
Il rischio di contagio è stato così grande che almeno tre grandi banche in Europa e in Gran Bretagna si sono affrettate a circoscrivere la loro esposizione alla banca svizzera, secondo quanto dichiarato a Reuters da tre banchieri di alto livello. "Il Credit Suisse è sotto osservazione da un po'", ha detto a Reuters un alto dirigente.
I problemi annosi della banca hanno raggiunto l'apice lo scorso anno tra le speculazioni sui social media su un possibile collasso della banca.
Da allora Credit Suisse ha lottato per risalire la china dopo che i clienti hanno ritirato fondi per circa 120 miliardi di dollari nel quarto trimestre.La mossa della banca centrale svizzera mira a fugare questidubbi. Il Credit Suisse è la prima banca di rilevanza sistemica a livello globale a ricevere una linea di salvataggio su misura dalla crisi finanziaria globale del 2007-2008.Le azioni del Credit Suisse sono balzate stamani del 32% ritracciando dalle perdite del giorno prima.
Ma se il finanziamento garantisce il futuro della banca, non risolve il problema del disordine strategico del gruppo né la sua incapacità di convincere gli investitori e i clienti di poter invertire la rotta.
L'istituto ha cercato di ripristinare la redditività, allontanandosi da investment banking e negoziazione di titoli per concentrarsi sulla gestione del denaro per i clienti più facoltosi.Un gestore azionario con sede nel Regno Unito ha detto che sebbene il backstop potrebbe fermare il crollo delle azioni della banca, quest'ultima potrebbe essere costretta a considerare la vendita di attività come il suo ramo svizzero.
Altri analisti ieri ipotizzavano che potesse essere necessario uno smembramento dell'istituto.
"È un disastro ferroviario al rallentatore da un decennio a questa parte", ha detto Thomas Hayes, presidente e managing member della newyorchese Great Hill.
Nella dichiarazione congiunta di ieri, la Banca Nazionale Svizzera e la Finma hanno dichiarato che "l'attuale turbolenza nel mercato bancario statunitense" non avrebbe avuto alcuna ricaduta per le banche svizzere.
Stamani almeno un analista ha dichiarato di aspettarsi che il Credit Suisse verrà comprato.
JP Morgan (NYSE:JPM) in una nota ai clienti ha scritto che lo scenario più probabile è l'acquisizione da parte di Ubs e ha definito "non sufficiente" il sostegno della Banca Nazionale Svizzera.
(Versione italiana Stefano Bernabei, editing Claudia Cristoferi)