Di Alessandro Albano
Investing.com - Dopo un inizio 2022 che ha seguito il trend ribassista del mercato, Apple (NASDAQ:AAPL) ha chiuso l'undicesima seduta consecutiva in rialzo a $179 per azione, mettendo a segno il +9% nell'ultimo mese e cancellando di fatto le perdite registrate da inizio anno.
Dopo la striscia positiva più lunga dal 2003, la società di Cupertino è molto vicina ai massimi storici di 182 dollari raggiunti il 3 gennaio scorso che hanno permesso alla società di rompere il record dei $3.000 miliardi di market cap.
Gli acquisti sul colosso californiano non si sono fermati alla notizia riportata dal Nikkei ad inizio settimana. Secondo il quotidiano nipponico, il gruppo guidato da Tim (MI:TLIT) Cook ha in programma di ridurre la produzione dei suoi dispositivi iPhone e AirPods a seguito degli effetti sui consumatori della crisi ucraina e dell'inflazione.
Per il Nikkei, la società prevede di realizzare circa il 20% in meno di iPhone SE nel prossimo trimestre, o di ridurre gli ordini di produzione di circa 2-3 milioni di unità rispetto a quanto originariamente programmato a causa della domanda più debole del previsto, e ha anche ridotto gli ordini per le cuffie wireless AirPods di oltre 10 milioni di unità per tutto il 2022, ridimensionando le scorte di magazzino a causa della domanda più debole.
La decisione di Apple, tuttavia, potrebbe innescare un effetto a catena di riduzione degli ordini anche su altri produttori di elettronica di consumo. Secondo un report di Counterpoint Research ripreso da Benzinga, "i livelli di inventario insensatamente elevati del mercato degli smartphone alla fine subiranno una correzione", in quanto la guerra Russia-Ucraina produrrà ripercussioni "sull'intero mercato europeo e sulla domanda dei consumatori a causa della debole domanda finale di smartphone in Cina".
"Il selloff è stato esagerato e ha portato questi grandi nomi della tecnologia a livelli molto interessanti", ha affermato a Bloomberg David Katz, chief investment officer di Matrix Asset Advisors. "Apple (NASDAQ:AAPL) è una società in crescita molto forte e dinamica, e rimane nella parte migliore del pacchetto in termini di valutazione".
Il buy su Apple non è isolato. Gli investitori hanno approfittato dei prezzi relativamente bassi per tornare ad acquistare le mega cap del settore tecnologico statunitense, come Amazon (NASDAQ:AMZN) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL) nonostante un mercato obbligazionario nervoso che ha visto l'inversione dello spread tra il titolo a 2 anni e il decennale.
Lisa Shalett, chief investment officer di Wealth Management presso Morgan Stanley (NYSE:MS), ha scritto in una nota che la ripresa del Nasdaq 100 ha "confuso" il mercato, in quanto arriva in un momento di aspettative dei tassi d'interesse molto elevati.
Per Bill Stone, chief investment officer di Glenview Trust, "il rally delle big tech è dovuto alla voglia degli investitori di ampliare il proprio portafogli dopo il selloff, e di avere titoli con i più alti rendimenti sul capitale e bassi importi di debito".