di Andrea Mandala
MILANO (Reuters) - Ubi Banca (MI:UBI) svela l'offerta vincolante per tre delle good bank nate dal piano di risoluzione di fine 2015 -- Banca Marche, Etruria e Carichieti -- al prezzo simbolico di un euro ma accollandosi un aumento di capitale da 400 milioni per mantenere i coefficienti patrimoniali a livelli adeguati.
Dopo lunghe trattative, il gruppo guidato da Victor Massiah ha messo sul piatto una proposta complessa con una serie di paletti e condizioni coerenti con gli obiettivi dichiarati di non voler operare un salvataggio e che la Borsa ha apprezzato premiando il titolo con un balzo fino a quasi il 12%.
"Non è un salvataggio ma un vero deal che, quando le condizioni saranno soddisfatte, creerà valore", sottolinea l'AD Victor Massiah nel corso della conference call con gli analisti.
Ad evidenziare la bontà dell'operazione Ubi ritocca al rialzo alcune stime previste dal piano al 2020 presentato la scorsa estate: l'utile netto della 'combined entity' dovrebbe salire a fine piano a 1,2 miliardi dai 900 milioni precedemente attesi e il CET1 fully loaded al 13,5% dal 12,8%. Massiah ha promesso inoltre un dividendo invariato sul 2016.
Dal punto di vista industriale le tre banche portano in dote oltre 500 filiali, 14,2 miliardi di impieghi e circa 5.000 impiegati.
OFFERTA VALIDA FINO AL 18 GENNAIO, ATTESO ATLANTE SU NPL
L'offerta inviata al Fondo di Risoluzione è valida fino al 18 gennaio compreso e prevede, tra le principali condizioni sospensive, la cessione, prima del closing indicato entro il primo semestre, di circa 2,2 miliardi di crediti lordi deteriorati (circa 1,7 miliardi di sofferenze e 500 milioni di 'unlikley to pay') dei tre istituti. Questi ultimi dovranno essere ricapitalizzati dal Fondo per 450 milioni per riportare il CET medio a un livello non inferiore al 9,1%.
I crediti deteriorati dovrebbero essere acquisiti da Atlante2 che, con una dotazione a oggi di circa 2 miliardi e sfruttando l'effetto leva, potrebbe intervenire con 150-200 milioni, secondo una fonte vicina alla situazione.
Ubi chiede inoltre una copertura per le inadempienze probabili residue di almeno il 28,28% e del 60% per le sofferenze, ulteriori accantonamenti e la contabilizzazione di oneri di ristrutturazione.
L'aumento di capitale di Ubi servirà a coprire temporaneamente la non piena computabilità al momento dell'operazione del 'badwill', facendo risalire già dal 2017 il livello di CET1 fully loaded della 'combined entity' sopra l'11%.
Successivamente, per effetto del progressivo riconoscimento del 'badwill', delle DTA (600 milioni) e dell'estensione dei modelli avanzati interni, il CET1 risalirà superando i target del piano industriale.
Sulla tempistica dell'aumento di capitale, per il quale è stato sottoscritto con Credit Suisse e Morgan Stanley (NYSE:MS) un accordo di pre-undewriting, l'AD non ha offerto indicazioni precise.
"Proveremo a farlo il prima possibile", si limita a dire ricordando che l'offerta dovrà prima essere accettata dal direttorio della Banca d'Italia e poi sarà sottoposta alle consuete autorizzazioni delle autorità.