CERNOBBIO (Reuters) - La posizione è chiara: Open Fiber, controllata congiuntamente da Enel (MI:ENEI) e Cdp, è interessata solo a cablare il Paese sta lavorando a un finanziamento da 3 miliardi di euro.
Lo ha ribadito oggi, l'AD di Enel, Francesco Starace ("Vogliamo finalmente che il Paese sia cablato, tutto il resto non ci interessa"), in riferimento all'ipotesi di una unione delle reti di banda larga con quella di Telecom Italia (MI:TLIT). Stessa posizione anche da parte dell'AD, Tommaso Pompei: "Noi facciamo le nostre cose, costruiamo la rete e ci mettiamo sopra i clienti. Questo è il nostro mestiere, il resto sono discorsi che non ci toccano". Diversa la posizione del presidente, Franco Bassanini, che nelle scorse settimane invece aveva aperto a una rete unica insieme a Tim.
Interpellato a margine del workshop Ambrosetti, in corso a Villa d'Este a Cernobbio, Pompei dice a Reuters che "saranno 2 milioni le case cablate entro fine mese. Stiamo lavorando su un'altra ottantina di città, sono poco meno di 100 le città quindi stiamo andando un filino meglio di quelle che erano le nostre previsioni".
Per quanto riguarda il finanziamento, Pompei ha sottolineato che la società "ha chiuso la prima parte lo scorso luglio di 510 milioni con tre banche, adesso stiamo lavorando sul finanziamento più grande, si tratta di oltre 3 miliardi, ma per chiudere ci vorrà parecchio tempo, pensiamo per aprile-maggio dell'anno prossimo".
L'operazione prevede un project financing di circa 3,5 miliardi, che sarà strutturato da BNP Paribas, Société Générale e da UniCredit (MI:CRDI). In attesa della definizione del project financing, la società ha stipulato un finanziamento ponte per 510 milioni di euro a 15 mesi, non recourse, con le stesse banche.
(Giancarlo Navach, Valentina Za)