di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - L'incontro di questa sera di Matteo Renzi con il gruppo alla Camera del Pd sul percorso della riforma elettorale è un passaggio difficile e delicato nelle dinamiche interne al partito.
Il presidente del Consiglio e segretario del Pd ha già annunciato di voler tirare dritto nel cercare di portare a termine entro maggio la riforma, senza cambiamenti. Il problema non è dunque sulla linea, ma sulla consistenza e la tenuta della maggioranza. Sulla carta l'opposizione interna al segretario, minoranza che chiede revisioni sostanziali alla nuova legge elettorale, è in grado di bloccare il cammino della riforma alla Camera.
Ma da questo punto di vista il dilemma sul da farsi pesa sulle spalle della sinistra interna, guidata dal capogruppo Roberto Speranza e dall'ex segretario Pier Luigi Bersani.
Un uomo esterno ai giochi interni del Pd, ma sicuramente di sinistra, come il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha oggi ammonito che "una sconfitta di Renzi sarebbe sconfitta di tutta la sinistra". La responsabilità di una rottura traumatica peserebbe sulle spalle dei contestatori di Renzi. Da qui l'incertezza su quello che succederà.
Il peso della scelta è soprattutto sulle spalle di Speranza che finora si è fatto garante, dal suo ruolo di capogruppo del partito a Montecitorio, dell'unità interna. Dovrà riuscire a mediare tra l'ala più riottosa della sinistra e la segreteria anche in questo momento difficile per evitare che il Pd imploda al pari di tutti gli altri gruppi di opposizione.