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Banche ancora su ali dell’entusiasmo dopo il pericolo procedura evitato

Pubblicato 04.07.2019, 09:46
Aggiornato 04.07.2019, 09:52
© Reuters.

Investing.com - Non si ferma il rally delle banche italiane dopo che ieri la Commissione europea ha deciso di non richiedere l’avvio per l’Italia della procedura per debito.

Il FTSE Italia All Share Banks guadagna intorno al 2% con una performance nettamente superiore al Ftse Mib, comunque positivo. Prosegue il calo dello spread, sceso sotto quota 200 punti, mentre il btp a 10 anni tocca l’1,58%, ai minimi dal 2016.

Tra i migliori c’è Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), alla sua settima seduta in verde consecutiva e una crescita superiore al 15% complessiva.

Verde fisso anche per Ubi Banca (MI:UBI), la quale ha dato mandato a diverse banche per l’emissione di un bond Tier2 a 10 anni, non callabile fino al quinto, da 250 milioni di euro. Nell’operazione sono coinvolte Banca IMI (LON:IMI) e Société Génerale.

Cresce del 3% Unicredit (MI:CRDI), dopo la conclusione con B2 Kapital e gruppo B2Holding di un accordo per la cessione pro-soluto di crediti in sofferenza per 24,5 milioni di euro in Bosnia.

Bene anche Banco Bpm (MI:BAMI) e Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI), in crescita superiore al 2%, seguite da Bper Banca (MI:EMII), Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI), FinecoBank (MI:FBK) , Banca IFIS (MI:IF), illimity Bank (MI:ILTY) e Mediobanca (MI:MDBI).

Sempre in tema di banche, un summit a Palazzo Chigi tra i tecnici del Tesoro e Bankitalia insieme a politici della maggioranza avrebbe stabilito che il governo non potrebbe intervenire in Banca Carige (MI:CRGI), così come avvenuto per Mps.

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Secondo i tecnici, Carige potrebbe in seguito a un esame sui crediti denotare un deficit di capitale per “perdite pregresse o probabili”.

Secondo quanto scrive La Repubblica, resterebbe in piedi “la cordata ibrida capitanata dal Fondo interbancario, con ruoli minoritari per gli azionisti privati genovesi e le due banche pubbliche Credito Sportivo e Mcc”. Il mondo politico, invece, preferirebbe un compratore industriale.

A questo punto, mancano solo 25 giorni per trovare gli 800 milioni che la Banca centrale europea ha imposto a Carige, altrimenti il rischio resta la liquidazione per l’istituto genovese.

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