Banco Bpm (BIT:BAMI) prosegue la sua corsa a Piazza Affari dopo che l'incremento potenziale di Credit Agricole (EPA:CAGR) della propria partecipazione nell'istituto infervora il mercato attorno all'M&A bancario italiano che al momento vede Piazza Meda la preda più ambita.
Intorno 11,45 alle il titolo Banco Bpm (BIT:PMII) sale dell'1,97% a 7,658 euro dopo aver toccato un massimo in avvio seduta di 7,8 euro ai nuovi massimi dal 19 gennaio del 2016. I volumi sono intensi, pari a 11,6 milioni di azioni trattate a fronte di una media giornaliera delle ultime trenta seduta di 17,4 milioni.
L'annuncio di venerdì scorso di Credit Agricole di aver sottoscritto contratti derivati per salire al 15,2% di Banco Bpm dall'attuale quota del 9,9% e di avere chiesto all'Autorita di vigilanza l'autorizzazione per arrivare fino al 19,9%, complica i piani di UniCredit (BIT:CRDI) nella conquista della terza banca italiana, con un primo effetto di aumentare ulteriormente le scommesse del mercato su un rialzo del prezzo di offerta.
Alle attuali quotazioni, il prezzo implicito dell'Ops di UniCredit annunciato lo scorso 25 novembre vedrebbe infatti uno sconto dell'11% sui valori di borsa di Banco Bpm oggi, rispetto ad un modesto premio dello 0,5% quando è stata annunciata l'offerta.
Credit Agricole ha dichiarato che non intende lanciare un'offerta pubblica di acquisto su azioni Banco Bpm.
La mossa della banca francese, in risposta all'Ops di UniCredit, è da leggersi come un posizionamento strategico del un primo azionista di Banco Bpm per proteggere i sui interessi nelle joint venture (credito al consumo, assicurazioni ramo danni) che ha con l'istituto di Piazza Meda, e di sedersi al tavolo negoziale con UniCredit con una posizione di maggiore forza.
"Crediamo che Credit Agricole, che rimane primo azionista di Banco Bpm, voglia difendere la sua partnership, mantenendo la sua opzionalità in questa situazione, il tutto a costi limitati", commenta Barclays (LON:BARC) in una nota.
Equita ritiene "altamente improbabile una contro-Opa da parte di Crédit Agricole, anche per ragioni di natura politica che rendono un’operazione di questo tipo difficilmente realizzabile".
Secondo il broker la negoziazione tra UniCredit e Credit Agricole potrebbe trovare un punto di incontro nella gestione delle filiali in eccesso che l'istituto di Piazza Gae Alenti potrebbe essere costretta a cedere con l'eventuale fusione, o nel rinnovo del contratto distributivo di Amundi che scade nel 2027.
Intermonte ricorda inoltre le indiscrezioni stampa del weekend su possibili contro-mosse difensive di Banco Bpm per superare la passivity rule e convocare una assemblea straordinaria per discutere sia la cessione di asset rilevanti che la distribuzione di un dividendo straordinario, allo scopo di "rendere meno vantaggiosa un’acquisizione da parte di UniCredit".
(Andrea Mandalà, editing Stefano Bernabei)