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BASF fa suonare campanelli di allarme in tutta Europa

Pubblicato 09.07.2019, 11:09
Aggiornato 09.07.2019, 11:15
© Reuters.

Di Geoffrey Smith

Investing.com - I mercati azionari europei sono di nuovo in netta discesa questo martedì mattina, dopo il profit warning lanciato dal conglomerato chimico tedesco BASF.

BASF (DE:BASFN) vende in così tanti settori ed aree geografiche da poter essere considerato un indicatore dell’economia globale. Di conseguenza la sua dichiarazione è un qualcosa di allarmante, non da ultimo per tutti coloro che scommettono che una politica monetaria più allentata possa compensare i danni degli scontri commerciali.

Il titolo di BASF cola a picco con -5,7% alle 4:45 AM (08:45 GMT), seguito a ruota da altre compagnie chimiche: Covestro (DE:1COV) con un tonfo del 6,1%, Akzo Nobel (AS:AKZO) dell’1,5%, Clariant (SIX:CLN) del 3,5% e Bayer (DE:BAYGN) dell’1,9%.

L’indice tedesco DAX trascina giù l’Europa, segnando -1,2%, mentre il britannico FTSE 100 è in calo dello 0,5% e l’indice STOXX 600 scende dello 0,7% a 386,68, perdendo tutti i guadagni segnati sul mese in corso.

La compagnia ha reso noto di prevedere che gli utili al lordo di interessi e tasse siano crollati del 71% su base annua nel secondo trimestre e ora stima che quelli per l’intero anno fiscale 2019 crollino di ben il 30% rispetto all’anno scorso. Aveva precedentemente stimato un rialzo di fino al 10%.

Due mercati chiave in particolare ne hanno la responsabilità: innanzitutto, il settore automobilistico, a cui BASF vende una serie di prodotti chimici, vernici ed altro. La produzione globale è scesa del 6% sul trimestre ed in Cina, dove l’economia si sta raffreddando rapidamente per l’impatto dei dazi commerciali USA, il calo è stato più del doppio, pari al 13%.

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Secondariamente, BASF vende semi, pesticidi e fertilizzanti ai coltivatori USA. Questa attività ha sofferto quest’anno non solo per le condizioni meteorologiche estreme che hanno limitato la semina nel Midwest, ma anche per le contromisure commerciali adottate dalla Cina contro gli Stati Uniti, che hanno colpito in particolare il settore agricolo.

“La riduzione delle prospettive sugli utili per gli agricoltori e gli scontri commerciali hanno comportato una domanda minore dei prodotti per la protezione delle coltivazioni”, spiega BASF.

L’aspetto più preoccupante di tutti sono le prospettive della compagnia: “Ad oggi, i conflitti tra gli Stati Uniti ed i loro partner commerciali, in particolare la Cina, non si sono ridimensionati, contrariamente a quanto stimato nel report BASF 2018. In effetti, il summit del G20 di fine giugno ha dimostrato che una distensione rapida non è da prevedere nella seconda metà del 2019”.

Considerata la portata delle attività di BASF, si tratta di un messaggio che possiamo aspettarci di sentire ancora più volte nella prossima stagione degli utili del secondo trimestre.

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