Investing.com - Non c’è pace per la lira turca che oggi cede intorno al 3% nei confronti sia del dollaro che dell’euro, perdendo così il recupero dei giorni scorsi.
Il recupero di inizio settimana era arrivato grazie all’impennata dei tassi swap utilizzati dagli operatori di mercato per prendere in prestito lire, passando dal 22% fino a oltre il 1000%.
Secondo indiscrezioni di mercato, però non confermate ufficialmente, alle banche turche è stato imposto di bloccare i prestiti in lire a controparti straniere allo scopo di arginare le vendite allo scoperto sulla valuta, provocando il breve recupero.
Se l'obiettivo era quello di prevenire le vendite allo scoperto e la speculazione, le misure, però, non si stanno dimostrando di duratura efficacia, così oggi l’incertezza politico-finanziaria sta trascinando nuovamente giù la moneta turca.
La valuta aveva già ceduto oltre il 30% nel corso del 2018 ma i vari tentativi di recupero si sono schiantati alla vigilia delle prossime elezioni amministrative di domenica.
Secondo alcuni sondaggi, infatti, il Presidente Recep Tayyip Erdogan sarebbe preoccupato di perdere il controllo di alcune città chiave nel Paese, tra cui la capitale Ankara, proprio nel corso del prossimo turno elettorale.
Il Paese, inoltre, sta assistendo ad una fuga di capitali, con un aumento di 4 miliardi di dollari dell’esposizione in valuta forte di famiglie e imprese. A pesare resta la forte inflazione, con un tasso del 19%, che spinge gli investiori a cercare “porti sicuri” per i propri capitali, pressionando ulteriormente la lira.
Inoltre, la settimana scorsa era stato diffuso il dato sulle riserve di valuta estera detenuta dalla Banca centrale turca, in cui si evidenziava un calo inatteso di 6,3 miliardi di dollari nel corso delle prime due settimane di marzo. La mancanza di spiegazioni da parte delle istituzioni aveva provocato un ulteriore crollo dealla lira.