MILANO, 11 giugno (Reuters) - Vendite copiose a Piazza Affari, in un contesto europeo comunque in forre calo, e fine del rally che durava quasi ininterottamente da metà maggio. L'indice Ftse Mib sta cedendo oltre il 4%, sotto la soglia di 19.000 punti. Un calo peggiore di questo l'indice delle blue chip italiane lo ha registrato lo scorso 15 aprile (-4,78%) nel pieno della pandemia da coronavirus.
A pesare sui mercati le cupe prospettive economiche delineate ieri sera dalla Federal Reserve, che come nelle attese ha lasciato i tassi invariati, con la prospettiva che resteranno vicini allo zero almeno fino al 2022.
In forte calo anche gli indici di Wall Street sui timori di una possibile seconda ondata dell'infezione in autunno.
"La motivazione del ribasso odierno non è solo legata ai timori del Covid, ma ci sono anche ragioni più tecniche di chi, avendo già comprato azioni perché sottopeso con il rally, ha deciso di realizzare. Poi ci sono alcuni che vendono anche perché presi dal panico", osserva un trader
La Fed ha promesso il proprio supporto per i prossimi anni all'economia sconvolta dagli effetti della pandemia e ha aggiunto che manterrà gli acquisti di bond come minimo agli attuali livelli.
Lo spread di rendimento fra titoli di Stato decennali italiani e tedeschi si riporta intorno a 187 punti base mentre, sul fronte delle materie prime, il Brent è in calo poco sopra i 40 dollari al barile.
Molto male le banche, penalizzate anche dall'incremento del differenziale del rendimento fra i titoli di stato che pesa sui portafogli degli istituti di credito. Giù il settore a livello europeo con un ribasso del 4%. In particolare, Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Ubi Banca (MI:UBI) cedono rispettivamente il 4,6% e il 5,2%. In un'intervista, il presidente di Banca Imi Gaetano Micciché ha detto che Intesa è fiduciosa di poter superare le criticità sollevate dall'Antitrust sull'Ops su Ubi Banca e che non ha intenzione di apportare alcuna modifica all'offerta. Secondo indiscrezioni stampa, Intesa potrebbe trasferire ulteriori 50-100 filiali a BPER (MI:EMII), che perde il 4,5%, già pesantemente colpita ieri, perché questa ipotesi potrebbe comportare un maggiore esborso da parte sua rispetto a quanto stimato fino a oggi.
In forte calo anche Unicredit (MI:CRDI) (-7,5%). Da inizio anno la banca è in rosso per oltre il 38%. Cedente Mediobanca (MI:MDBI) (-3,3%). Giù anche il risparmio gestito con Banca Mediolanum (MI:BMED) in calo del 5,5% e Azimut (MI:AZMT) del 5% nonostante la raccolta netta del mese di maggio superiore alle attese dei broker.
Non c'è pace per il titolo Fca (MI:FCHA) in flessione anche oggi con un -6,7%, penalizzato dalla prospettiva di dover affrontare una lunga indagine antitrust della Ue per la fusione con Psa e quindi con un probabile allungamento della tempistica prevista per la conclusione del deal. Secondo il broker Banca Imi "la procedura Antitrust Ue potrebbe mettere a rischio la tempistica della fusione, la cui finalizzazione è attesa nella prima metà del 2021. Questo potrebbe tenere il titolo sotto pressione". Fa ancora peggio CNH (MI:CNHI) che arretra di oltre il 10%.
Prosegue il flusso di vendite su Autogrill, presa di mira anche oggi con un calo del 6,5%. Da inizio anno il titolo cede oltre il 44%, sensibile ai dati sul traffico autostradale e aeroportuale non solo in Italia per il recupero dei ricavi post lockdown. Giù anche Atlantia (MI:ATL) in flessione del 6% in attesa dei risultati del primo trimestre a mercati chiusi. Ieri l'annuncio che il traffico sulla rete autostradale nella scorsa settimana è sceso del 30,4% su base annuale, mentre quello passeggeri su Aeroporti di Roma del 95,5%. Secondo Equita, "il dato di Aspi è positivo, perché la piena riapertura ha impattato 5 giorni su 7 della settimana passata. Stimiamo quindi che il calo possa essere stato del 20-25% nei giorni della settimana di totale riapertura degli spostamenti".
Vendite copiose anche su Tim (MI:TLIT) (-6,1%), nonostante la caratteristica difensiva del titolo.
Perdono meno dell'indice le utility, in particolare Italgas (MI:IG) si mantiene piatta dopo l'annuncio della guidance per il 2020, che recepisce gli impatti del Covid-19, con un obiettivo di ricavi superiore a 1,3 miliardi e un Ebitda fra 960-980 milioni. "Le stime di Ebitda sono migliori delle attese, probabilmente per maggiori riconoscimenti di ammortamenti sui contatori dismessi", scrive Equita nel daily.
Infine, pesante anche il comparto oil, con Eni (MI:ENI) in calo del 5,4% e Saipem (MI:SPMI) (-6,7%).
(Giancarlo Navach, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)