BRUXELLES (Reuters) - Alcuni colossi tech statunitensi preferiscono pagare una multa piuttosto che rispettare le regole antitrust.
Lo ha affermato Margaret Vestager, Commissario europeo per la concorrenza, che ha portato come esempio lo scontro tra Apple (NASDAQ:AAPL) e l'antitrust olandese.
La Dutch Authority for Consumers and Markets (Acm) ha imposto lunedì una multa da 5 milioni di euro per la quinta settimana successiva nei confronti di Apple, che è legata alla possibilità per gli utenti di utilizzare metodi di pagamento alternativi a quelli dell'azienda di Cupertino per iscriversi alle app di incontri.
Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea e commissaria per la Concorrenza, ha detto che il comportamento di Apple potrebbe lasciare intendere che altre grandi aziende si comporteranno in modo simile.
"Alcuni gatekeeper potrebbero essere tentati di temporeggiare o cercare di aggirare le regole", ha detto ieri Vestager in un intervento nel corso di una cerimonia di premiazione negli Stati Uniti, trasmesso online.
"La condotta di Apple di questi giorni nei Paesi Bassi può essere un esempio. Da quanto abbiamo capito, Apple preferisce essenzialmente pagare multe periodiche, piuttosto che conformarsi a una decisione dell'autorità olandese per la concorrenza in merito a termini e condizioni di accesso per operatori terzi al suo App Store".
Apple non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento da parte di Reuters.
Vestager ha proposto delle norme di riferimento chiamate Digital Markets Act, che puntano a regolamentare l'attività di Alphabet (NASDAQ:GOOGL) controllante di Google, Amazon (NASDAQ:AMZN) Apple, Facebook (NASDAQ:FB) e Microsoft (NASDAQ:MSFT) e che potrebbero entrare in vigore il prossimo anno.
Uno dei requisiti contenuti nella direttiva prevede che Apple permetta a terze parti di accedere all'App Store. La condizione per cui agli sviluppatori dell'App Store di Apple è consentito utilizzare esclusivamente il sistema di pagamento della società di Cupertino con commissioni del 30% è stata oggetto di esame in diversi Paesi, nel caso più recente negli Stati Uniti.
(Tradotto da Michela Piersimoni, editing Stefano Bernabei)