COPENHAGEN (Reuters) - La Danimarca è diventata il primo Paese a rimuovere dal suo programma di inoculazione il vaccino di Johnson & Johnson (NYSE:JNJ) contro il Covid-19, per il possibile legame con una forma rara ma grave di coaguli del sangue.
La decisione arriva dopo che il mese scorso il Paese nordico ha smesso di somministrare il vaccino di AstraZeneca citando timori simili.
L'autorità sanitaria danese ha dichiarato in una nota di aver rilevato che "i benefici dell'utilizzo del vaccino contro il Covid-19 di Johnson & Johnson non superano il rischio di causare un possibile effetto avverso in coloro che ricevono il vaccino".
L'esclusione del vaccino J&J, che rappresenta circa un terzo delle forniture totali di vaccini anti-Covid per cui la Danimarca ha stipulato contatti di fornitura, causerebbe fino a quattro settimane di ritardo nel calendario delle vaccinazioni del Paese, ha detto l'ente.
La Danimarca, che finora ha vaccinato completamente l'11,5% della sua popolazione, ha gradualmente riaperto le attività dall'inizio di marzo, dato il rallentamento dei tassi di infezione, permettendo anche il servizio al coperto presso ristoranti e caffè e l'accesso agli stadi ai tifosi di calcio.
In una riunione di oggi, i parlamentari danesi hanno deciso di consentire l'utilizzo volontario dei vaccini prodotti da Johnson & Johnson e AstraZeneca, ha detto a Reuters la parlamentare Liselott Blixt del Partito popolare danese.
(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614)