Di Alessandro Albano
Investing.com - La Juventus (MI:JUVE) potrebbe presto dire addio a Cristiano Ronaldo, vista la voglia del fuoriclasse portoghese di cambiare aria dopo 3 stagioni passate a Torino, dove però l'amore non è mai sbocciato.
Dopo un tira e molla durato diversi giorni, l'agente del giocatore, Jorge Mendes, ha comunicato nella giornata di ieri la decisione del giocatore di lasciare il club bianconero, che però non vuole lasciarlo andar via a prezzi di sconto.
La destinazione più probabile, e favorita dal giocatore, sembrerebbe Manchester, sponda City, al quale è stato richiesto un prezzo minimo di 25 milioni di euro. Soglia che la società inglese non dovrebbe far fatica a pareggiare e, in caso, superare, viste le spese messe a bilancio negli ultimi tempi (vedi Grealish).
Paradossalmente, il (MI:titolo del club piemontese) ha strappato fin dai primi scambi odierni, segnando a metà mattinata il +3,4% in direzione della soglia psicologica di 0,8 euro, a riprova del peso economico che CR7 ha rappresentato per la società.
Con due aumenti di capitale in 3 anni, un bond per ripagarlo, e solo due scudetti portati in bacheca, si può infatti dire che l'operazione Ronaldo non abbia rappresentato una vittoria finanziaria per la società guidata da Agnelli, che sperava di ripagare lo sforzo economico tramite la Champions Legue e la vendita di magliette/gadget firmati CR7.
CR7 bond
L'acquisto di Ronaldo è stato il più oneroso nella storia della Juventus (circa 115 milioni in totale), un costo "storico" che continuerà a pesare sulle casse bianconere anche dopo la sua partenza, visti anche i 31 milioni annuali di compenso garantiti al giocatore al momento della firma nel 2018.
Sin dal suo arrivo, il debito del club non ha fatto altro che aumentare (complice anche il Covid) fino a raggiungere una cifra di 357,8 milioni nel primo semestre 2020/2021 (+31 milioni su base annua), con una perdita annuale che ha raggiunto i 113 milioni (nell'anno pre Covid superava i 50 milioni). Un buco creatosi anche dopo la scelta della società di affidarsi al mercato del debito, la quale nel febbraio 2019 ha emesso il suo primo prestito obbligazionario, denominato appunto "Cristiano Ronaldo”.
L'emissione da 175 milioni ha scadenza il 19 febbraio 2024, assicura una cedola annuale del 3,375%, ed è "callable", cioè rimborsabile prima della maturity solo per l’intero importo, "in qualsiasi momento e al verificarsi di cambiamenti nella disciplina fiscale italiana", si legge nel prospetto che ha accompagnato il prestito.
Aumento di capitale
Non ultima la decisione di rimpolpare le casse societarie attraverso una nuova iniezione di liquidità di 400 milioni, con 75 milioni messi subito a disposizione dalla holding Exor (MI:EXOR).
L'aumento di capitale in opzione si è reso necessario, a detta della società bianconera, per "far fronte ai rilevanti impatti economici e patrimoniali della pandemia da Covid-19", ma dietro la scelta del club si nasconde anche il tentativo del management di pareggiare i conti scivolati in rosso anche per il peso economico di CR7.
Il denaro fresco servirà a colmare un impatto Covid che è stato stimato dalla stessa società intorno a 320 milioni, e "consentirà di rafforzare la struttura patrimoniale e riequilibrare le fonti di finanziamento a supporto del raggiungimento degli obiettivi strategici".
Grazie al nuovo capitale, inoltre, sono stati confermati i piani di sviluppo per gli esercizi 2019/24 che includono "il consolidamento dell’equilibrio economico e finanziario, il mantenimento della competitività sportiva e l'incremento della visibilità del brand Juventus". Ronaldo è sempre più vicino ad un ritorno in Inghilterra, ma la sua ombra rimarrà sui campi della Continassa ancora per diverso tempo.