Di Geoffrey Smith
Investing.com - Harris Associates, l’hedge fund che una volta era il maggiore azionista di Credit Suisse, ha venduto la sua posizione nella banca elvetica in difficoltà, lo rivela quest’oggi il Financial Times.
“Abbiamo molte altre opzioni per investire” ha dichiarato l’AD David Herro. “L’aumento dei tassi di interesse significa che molti in Europa stanno andando nll’altra direzione. Perché decider per qualcosa che brucia capitali quando il resto del settore li sta creando?”
Credit Suisse (SIX:CSGN) ha toccato il minimo storico di 2,52 franchi svizzeri la scorsa settimana e la vendita di Harris peggiora il sentiment negativo che si è creato con l’annuncio di un aumento di capitale finanziato da investitori del Medio Oriente e la vendita dei rami di investimenti e prodotti garantiti.
Tuttavia, neanche queste misure saranno una panacea immediata per la banca: si prevede un’altra perdita nel 2023 dopo la perdita di 7,29 miliardi di franchi svizzeri (1 dollaro = CHF 0,9331) dello scorso anno e gli 1,65 miliardi di franchi svizzeri persi nel 2021.
Ciò che rimarrà del Credit Suisse sarà incentrato sulla sua attività di gestione patrimoniale, ancora una delle più grandi al mondo. Tuttavia, Herro ha dichiarato al FT che: “C’è una domanda sul futuro del franchising. Ci sono stati grandi deflussi dalla gestione patrimoniale”.
La banca ha perso 111 miliardi di franchi svizzeri in deflussi nell’ultimo trimestre dell’anno, poiché i clienti hanno risposto, in parte, alle voci che la volevano prossima al collasso. Da allora, il piano di ricapitalizzazione ha stroncato definitivamente queste voci, ma a febbraio la Reuters ha riportato che le autorità di regolamentazione svizzere stanno indagando sui commenti del presidente Axel Lehmann di dicembre, che sosteneva, in modo impreciso, che la situazione della banca con i deflussi si era stabilizzata.
Il titolo Credit Suisse ha aperto in calo dell’1,94% a Zurigo questo lunedì, la peggiore performance tra le banche europee.