Di Geoffrey Smith
Investing.com - La scorsa settimana le banche statunitensi hanno fatto ricorso agli strumenti di prestito della Federal Reserve come mai prima d’ora, riducendo le speranze che il sistema finanziario possa superare rapidamente la volatilità delle ultime due settimane.
I dati della Federal Reserve rivelano che le banche hanno preso in prestito quasi 153 miliardi di dollari dallo sportello di sconto della Fed nella settimana terminata mercoledì e altri 11,9 miliardi di dollari dal nuovo Bank Term Funding Program che la Fed ha istituito lo scorso fine settimana. Gli analisti si aspettano che l’uso del BTFP aumenti notevolmente nelle prossime settimane, man mano che un numero maggiore di banche completerà la registrazione presso la Fed per utilizzarlo.
Si tratta di un nuovo record, superiore a quello registrato in qualsiasi settimana durante la Grande Crisi Finanziaria del 2008. Se da un lato riflette soprattutto il fatto che da allora gli asset totali del sistema bancario sono aumentati notevolmente, anche a causa di anni di misure di quantitative easing da parte della Federal Reserve, dall’altro indica anche un serio aumento dell’incertezza sulla stabilità di alcune controparti del mercato, soprattutto tra le banche più piccole del paese.
I numeri sono coerenti con i dati che indicano che quest’anno i correntisti hanno ritirato i loro soldi dalle banche più piccole, cosa che è culminata nel crollo della Silicon Valley Bank e di Signature Bank la scorsa settimana. I dati dell’Investment Company Institute mostrano che quest’anno oltre 250 miliardi di dollari sono confluiti nei fondi del mercato monetario statunitense, di cui oltre 120 miliardi nell’ultima settimana.
I titoli bancari di secondo livello sono saliti ieri in risposta alla notizia che JPMorgan (NYSE:JPM), Bank of America (NYSE:BAC), Citigroup (NYSE:C) e Wells Fargo (NYSE:WFC) hanno guidato un gruppo di grandi banche che hanno depositato 30 miliardi di dollari presso la First Republic, sperando che la loro dimostrazione di fiducia fermi la fuga dei depositi da FRC e da altre banche regionali.
Tuttavia, negli scambi premarket di questo venerdì hanno ceduto parte di questi guadagni, in quanto i dati della Fed hanno fatto emergere il livello di nervosismo nel settore. Al momento della scrittura, il titolo First Republic (NYSE:FRC) crolla del 7,8% negli scambi premarket.
Intanto, in Europa, le azioni di Credit Suisse (SIX:CSGN) scendono dell’1,8% per il timore che il gruppo abbia ottenuto solo un periodo di tempo limitato con la linea di credito di 54 dollari avuta mercoledì dalla Banca Nazionale Svizzera (SIX:SNBN). Bloomberg ha riportato che sia Credit Suisse che la sua rivale molto più grande UBS (SIX:UBSG) si sono opposti alle pressioni della banca centrale di una fusione.