L’analista degli energetici di Credit Suisse Manav Gupta passa in rassegna i suoi titoli preferiti alla luce della decisione dell’UE di vietare la maggior parte delle importazioni petrolifere russe entro fine anno. Gupta nota che lo sviluppo arriva al momento sbagliato, col mondo che si ritrova contemporaneamente a corto di greggio, prodotti raffinati e gas naturale. L’analista sottolinea che l’UE di fatto punta a rimpiazzare circa 1,5 MMb/d di greggio russo entro fine anno.
Nel mondo integrato, preferisce Cenovus Energy (NYSE:CVE), Suncor Energy (NYSE:SU) e Chevron (NYSE:CVX). “Tutte e 3 sono posizionate per beneficiare dei prezzi del greggio più alti e non hanno capacità di raffinazione europea”, commenta Gupta.
Nella raffinazione, Valero Energy (NYSE:VLO), Phillips 66 (NYSE:PSX), Marathon Petroleum (NYSE:MPC) e HF Sinclair Corp (NYSE:DINO) restano le scelte per il tema della carenza globale di prodotti. “L’attività midstream e chimica di PSX trarrà inoltre vantaggio dai prezzi più alti del greggio”, aggiunge Gupta.
Le società midstream con l’esposizione più diretta ai prezzi del greggio comprendono Targa Resources (NYSE:TRGP) e DCP Midstream LP (NYSE:DCP), dice l’analista.
E sottolinea come anche Plains All American Pipeline LP (NASDAQ:PAA) presenti un certo beta. “Pur avendo poca esposizione diretta al prezzo della materia prima, PAA cattura quasi metà della partecipazione di mercato nel Permiano e trae beneficio da qualunque aumento della produzione”, spiega l’analista.
Nel segmento E&P, sceglie Ovintiv Inc. (NYSE:OVV) per la considerevole inflessione dei ritorni di liquidità nel secondo semestre 2022.
Tra le large-cap, ci sono ConocoPhillips (NYSE:COP), il titolo large-cap E&P meno costoso e che offre una formula di payout differenziata, e Diamondback Energy (NASDAQ:FANG), che ha un rendimento dei ritorni di liquidità sopra la media ed è rimasto indietro sull’anno in corso.