Di Alessandro Albano
Investing.com - L'inflazione PCE di venerdì, il barometro preferito dalla Fed, ha colto di sorpresa i mercati causando una reazione a catena sui principali asset: dollaro in rialzo, rendimenti bond in salita, Vix +8% in due sedute e azionario in calo.
Questo, per le aspettative sui rialzi dei tassi da parte della Fed chen con un'inflazione core persistente, non dovrebbe cambiare approccio monetario almeno fino al prossimo anno secondo le scommesse di futures e swaps.
In una nota di ricerca, Norman Villamin, Chief Investment Officer Wealth Management di UBP, fa notare che negli States "la disinflazione dovrebbe continuare nei prossimi mesi, ma l'inflazione core potrebbe rappresentare un vento contrario se gli aggiustamenti del mercato del lavoro rimarranno limitati."
In questo senso, la Fed "proseguirà con i rialzi" e non dovrebbe cambiare politica in modo significativo "prima della conferma dell'aggiustamento in corso sia nel mercato del lavoro che nei servizi core".
I mercati monetari hanno prezzato un calo dei tassi sui Fed funds nella seconda metà del 2023, anche se "sembra troppo presto sulla base dell'inflazione core e dei dati sul lavoro", ma le prospettive di un allentamento nel 2024 "si sono rafforzate".
Narrativa diversa per l'Eurozona, dove il trend della disinflazione "non è ancora in atto", poiché l'inflazione core rimane troppo elevata.
"La BCE manterrà una politica restrittiva e per marzo è stato annunciato un altro rialzo dei tassi di 50 punti. Tuttavia, le prospettive di una pausa a partire da maggio si sono rafforzate poiché, secondo l'ultima comunicazione della BCE, i rischi sulla crescita e sull'inflazione sono più equilibrati", spiega l'esperto di UBP.
Di conseguenza, i rendimenti dei titoli di Stato "dovrebbero rimanere volatili nei prossimi mesi", ma potrebbero iniziare a emergere opportunità "per ricostruire le posizioni di duration più lunghe all'interno dei segmenti del reddito fisso".
Il credito, secondo il Cio, rimane il segmento preferito del reddito fisso. in quanto "il rapporto rischio-rendimento appare più interessante rispetto ad altri segmenti obbligazionari e in particolare per i nomi del credito di alta qualità".
Facendo notare che gli spread si sono ridotti parallelamente al rimbalzo dei titoli azionari, per Villamin l'equilibrio dei rischi appare "ancora favorevole per le obbligazioni corporate investment grade, mentre - in base al nostro scenario - gli spread sull’ high yield sono apparsi limitati e si potrebbe prevedere una maggiore volatilità che offrirebbe migliori opportunità per questo segmento".
In termini di strategy, "la long-short sul credito ha il potenziale per beneficiare di questo contesto di tassi d'interesse elevati, rendimenti volatili e maggiore dispersione delle performance tra settori e segmenti".