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Bce, strategia calibrata per gestire nuovi picchi pandemia - Schnabel

Pubblicato 31.08.2020, 15:16
© Reuters. Isabel Schnabel, membro del board della Banca centrale europea, durante il 29° Congresso bancario europeo di Francoforte

di Balazs Koranyi e Frank Siebelt

FRANCOFORTE (Reuters) - La Banca centrale europea non ha ragione per aggiungere in questo momento nuove misure di stimolo, poiché i problemi causati dai recenti picchi di infezioni da coronavirus erano già calcolati nella strategia della banca centrale.

Lo ha detto il membro del board Bce Isabel Schnabel durante un'intervista concessa a Reuters.

Con il numero di casi vicino ai massimi visti all'inizio dell'anno, alcune nazioni europee stanno imponendo nuovamente restrizioni alle attività e ai viaggi, alimentando le aspettative di un'espansione del già considerevole programma d'acquisto di bond d'emergenza della Bce, valido per 1.350 miliardi di euro, per sostenere i governi.

Tuttavia, Schnabel ha smorzato queste previsioni e ha sminuito i timori sulla recente forza dell'euro, uno scenario che alcuni analisti temono possa automaticamente vanificare parte degli sforzi di stimolo della Bce.

"Stiamo vedendo un particolare aumento d'infezioni, ma al momento un secondo lockdown completo sembra improbabile", ha detto la responsabile delle operazioni di mercato della Bce durante l'intervista. "Questo è esattamente ciò che abbiamo ipotizzato a giugno nello scenario di base".

"Osservando i dati in arrivo, sono perlopiù in linea con lo scenario di base... (e) finché lo scenario di base rimane intatto, non c'è ragione per modificare l'impostazione della politica monetaria" ha detto Schnabel, riferendosi anche alle dimensioni del programma di acquisto d'emergenza pandemica (Pepp).

Dopo che l'economia della zona euro è crollata durante la primavera, la Bce ha agito velocemente, acquistando debito in quantità senza precedenti per mantenere bassi i costi di finanziamento e per dare alle banche prestiti a tassi d'interesse negativi per un valore di oltre 1.000 miliardi di euro.

LA BCE NON È LA FED

Con i mercati più stabili nel corso dell'estate, è calata di conseguenza anche la pressione sulla Bce per puntare maggiormente ad acquisti di titoli emessi dai Paesi più indebitati, come è accaduto quest'anno con il debito italiano, deviando dal cosiddetto 'schema di sottoscrizione del capitale' che riflette la quota di partecipazione di ciascun Paese nella banca centrale.

"Mentre cala il rischio di frammentazione, diminuisce anche la necessità di deviare dallo schema di sottoscrizione del capitale", ha detto Schnabel, professoressa universitaria d'economia finanziaria prima di unirsi al board Bce quest'anno.

Anche se la Bce è disposta ad acquistare dalla prima emissione di debito congiunto dell'Unione europea, anche questo nuovo bond non è sufficiente per giustificare un aumento degli acquisti di asset, poiché la Bce è motivata dagli obiettivi strategici, non dall'offerta di debito del mercato.

Schnabel ha anche sminuito i timori secondo cui il cambiamento strategico della Federal Reserve in termini di obiettivi di inflazione media potrebbe indebolire ulteriormente il dollaro, suggerendo una tendenza di tassi più bassi.

L'euro ha già guadagnato il 4% quest'anno in termini effettivi, in particolare per via del crollo del dollaro, danneggiando gli utili dalle esportazioni e condizionando l'inflazione importata.

"Non mi preoccupo troppo degli sviluppi dei tassi di cambio", ha detto Schnabel. "Se c'è una svalutazione del dollaro statunitense, ciò tende a stimolare il commercio mondiale e la crescita globale", ha detto, sostenendo che ciò potrebbe ricompensare le aziende della zona euro.

In modo simile alla Fed, la Bce sta conducendo un'ampia revisione della sua strategia, ma Schnabel ha sconsigliato di fare troppi paragoni, sostenendo che "ciò che è meglio per la Fed non è necessariamente il meglio per la Bce", anche se c'è un'interdipendenza tra le due banche centrali.

Ha aggiunto che il target d'inflazione della Bce è in discussione, anche se il target deve mantenere una prospettiva a medio termine e dovrebbe essere abbastanza semplice da essere comunicato facilmente.

La Bce al momento punta ad un tasso d'inflazione inferiore ma vicino al 2%, un target che non è stato raggiunto per oltre sette anni, seminando diversi dubbi all'interno della banca centrale.

La Bce si riunirà il 10 settembre, quando pubblicherà anche delle proiezioni aggiornate, e anche se i membri della banca centrale sperano di discuterne personalmente, Schnabel ha ammesso che "questo potrebbe essere oggetto di revisione".

© Reuters. Isabel Schnabel, membro del board della Banca centrale europea, durante il 29° Congresso bancario europeo di Francoforte

Per la trascrizione integrale dell'intervista di Schnabel cliccare qui: [nL4N2FX2VY]

(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Milano Cristina Carlevaro, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com,+4858775278)

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