ROMA (Reuters) - Poste Italiane (MI:PST) ha ufficializzato oggi l'accordo per cedere la Banca del Mezzogiorno a Invitalia, per una operazione da 390 milioni di euro con cui il governo intende rilanciare la banca di secondo livello per sostenere il credito alle imprese del Sud.
L'intesa comunicata oggi dalla società guidata da Francesco Caio e dall'agenzia nazionale che gestisce incentivi e investimenti, si perfezionerà entro tre mesi, una volta ottenuto l'ok del ministero dello Sviluppo Economico, di Bankitalia e della Bce.
Poste continua così a focalizzarsi sulle tre aree di business core (corrispondenza, pagamenti e servizi finanziari, risparmio e assicurazioni), anche in vista dell'annunciata seconda fase di collocazione in borsa.
Invitalia, ha detto l'AD Domenico Arcuri, invece sta attuando una precisa richiesta del governo per "moltiplicare" i risultati, cioè per far crescere l'economia del Sud, a cui non bastano solo gli incentivi.
"I bisogni dello sviluppo non possono essere soddisfatti solo con la finanza pubblica, ma sono meglio soddisfatti se può essere aggregata una componente di finanza di mercato. È un connubio che può essere moltiplicativo", ha spiegato Arcuri.
In un'intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, il ministro della Coesione Territoriale del Mezzogiorno Claudio De Vincenti ha detto che la decisione di far passare la Banca del Mezzogiorno (nata nel 2009 col governo Berlusconi e passata nel 2011 a Poste) sotto l'ala di Invitalia "irrobustirà l'azione di promozione e attrazione di investimenti nel Sud".
L'anno scorso solo il 22% delle imprese del Sud che hanno chiesto credito lo hanno ottenuto, ha detto Arcuri. E solo il 4% ha ottenuto l'intera somma richiesta, a un tasso comunque superiore dell'1%-2% rispetto al resto d'Italia.
La banca resterà comunque senza sportelli e "opererà solo per il tramite di reti di banche di credito ordinario", ha detto l'AD di Invitalia, secondo il quale l'istituto servirà anche a rendere più efficiente l'uso dei fondi europei, anticipando direttamente le somme.
(Massimiliano Di Giorgio)