MILANO (Reuters) - Piazza Affari chiude in fortissimo ribasso dopo il referendum su Brexit che ha visto prevalere il voto favorevole all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.
L'indice segna il peggior calo dal momento in cui è iniziato il calcolo, quindi con la nascita di Borsa Italiana dal 1998, superando il record precedente segnato nel 2008, in piena crisi finanziaria, con il -8,24% del 6 ottobre.
Il timore è quello di un calo di fiducia sulla possibilità di tenuta dell'unione con relative scommesse a danno dei titoli di Stato dei Paesi deboli, come Italia e Spagna.
Oggi lo spread tra Btp e Bund si allarga, ma con una reazione tutto sommato contenuta, attestandosi, sul decennale, poco sopra i 150 punti.
Le banche centrali hanno dichiarato nei giorni scorsi di avere un piano pronto per stabilizzare i mercati nel caso di Brexit.
Oggi molto penalizzati i bancari con alcuni che segnano nuovi minimi da fine 2013 e altri che segnano invece record storici.
Gli investitori restano cauti sui futuri sviluppi.
"Aspetterei ancora prima di acquistare", dice un trader. "La realtà è che non sappiamo ancora quali saranno le conseguenze del referendum britannico. Meglio attendere".
"Diversi investitori hanno chiuso bene gli ultimi giorni di trading. Dopo i rialzi dei giorni scorsi, si erano coperti. Avrebbero perso un eventuale rally legato alla bocciatura di Brexit, ma ora non hanno nulla di cui lamentarsi", aggiunge.
L'indice FTSE Mib chiude in ribasso del 12,48% l'Allshare cede l'11,75%.
Scambi a 6,4 miliardi di euro.
In Europa l'indice FTSEurofirst perde il 6,4%.
Londra cede il 2,8%, Francoforte il 6,8%, Parigi l'8%, Madrid il 12,13%.
A Milano tracollo dei bancari, con l'indice del settore banche italiane cede il 22% circa, contro il -14,8% dello Stoxx europeo.
INTESA SANPAOLO (MI:ISP) cala del 22,9% e segna nuovo minimo da dicembre 2013.
UNICREDIT (MI:CRDI) in ribasso del 23,8%, tocca un nuovo minimo storico a 2,052 euro.
MPS (MI:BMPS) aggiorna il record negativo segnato a dicembre 2016, sprofondando fino a 39,01 centesimi. Altri istituti aggiornano i minimi storici segnati nei giorni scorsi, tra cui BANCO POPOLARE (MI:BAPO).
TELECOM ITALIA (MI:TLIT) penalizzata dall'elevato debito scende sotto quota 70 centesimi e tocca 67,1 cent, nuovo minimo da dicembre 2013.
I titoli difensivi come le società delle reti, SNAM, TERNA (MI:TRN), contengono le perdite entro il 7% circa. ENEL (MI:ENEI) ed ENI (MI:ENI) segnano -10% circa, penalizzate dal calo del greggio.
RCS (MI:RCSM) limita il ribasso a -2,9% a 76,2 cent. Sulla società si confrontano l'offerta di Cairo e quella di Andrea Bonomi e soci che hanno tempo sino a oggi per il rilancio.
PARMALAT in lieve rialzo. Il titolo ha un flottante sempre più risicato e il mercato si attende un delisting. Oggi scambia quasi 5 milioni di pezzi.