ROMA (Reuters) - Nel primo trimestre del 2014 la metà dei lavoratori impiegati in Italia da Fiat Chrysler Automobiles (Fca) e Cnh si trovava in cassa integrazione o in contratto di solidarietà.
E' quanto emerge da una indagine condotta da Fiom nel mese di aprile interpellando 65.000 dipendenti su un totale di 86.000.
"Alla fine del mese di marzo 2014, sulle 55 unità produttive, metà dei 65.000 dipendenti censiti (il 51%) "era interessato agli ammortizzatori sociali: il 33,3% dalla cassa integrazione straordinaria, il 7,5% dai contratti di solidarietà (Fca Pomigliano e Iveco Brescia) e il 10,2% dal ricorso strutturale alla cassa integrazione ordinaria con una esposizione maggiore per i dipendenti degli stabilimenti di assemblaggio auto/veicoli commerciali leggeri e Cnh (rispettivamente 60,6% e 59,6%) e leggermente inferiore per i dipendenti degli stabilimenti dei motori (54,9%) e di Magneti Marelli (51%)", si legge nel rapporto.
A fare eccezione gli stabilimenti Ferrari e Maserati, alcuni siti della Magneti Marelli, Comau e gli stabilimenti Cnh legati alle produzioni militari e quello di Modena che produce componenti.
Per il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, questi dati mostrano che "senza cassa integrazione, i carichi di produzione in Italia darebbero da lavorare alla metà delle persone".
Dal 2002 al 2013, ricorda la Fiom, la percentuale di auto prodotte in Italia dalla Fiat è scesa dal 62,3% al 23,9% rispetto alla produzione totale mondiale. Tale calo non è dovuto a un aumento della produzione globale, passata da 1,7 a 1,6 milioni di auto, ma "alla sottrazione di modelli e volumi dagli stabilimenti italiani (in alcuni casi la chiusura come a Termini Imerese)".
Fiat ha piuttosto privilegiato la Turchia e i paesi dell'est Europa - come Polonia, Ungheria, Serbia - dove nel primo trimestre del 2014 è stato prodotto il 46% delle auto vendute in Italia.
La quota di mercato nazionale di Fiat è del 28% a fronte del 55% dei produttori nazionali in Francia.
"In Italia Fiat resta sostanzialmente l'unico produttore a fronte di 4-5 operatori presenti negli altri Paesi europei. Al ministero dello Sviluppo non si discute di politica industriale ma di come gestire le dismissioni Fiat", ha detto Landini.
Nel 2013 in Spagna sono state prodotte 1,7 milioni di auto, 1,5 milioni in Inghilterra a fronte delle circa 380.000 prodotte in Italia da Fiat. Il livello, conclude il rapporto, si manterrà anche nel 2014 sotto le 400.000 vetture con dei "contraccolpi anche per la catena dei fornitori".