ROMA (Reuters) - La trattativa tra i sindacati e il consorzio guidato dal gigante dell'acciaio ArcelorMittal per definire il numero dei dipendenti della "nuova" Ilva partirà entro settembre, ha riferito oggi una fonte del ministero dello Sviluppo Economico.
La prima riunione è fissata per il 15 settembre ma si dovrebbe trattare di un appuntamento formale per poi entrare nel vivo della trattativa entro il mese.
Intanto, il piano ambientale presentato a luglio da Am InvestCo Italy per il sito di Taranto è stato criticato dall'Arpa, l'agenzia regionale per l'ambiente della Puglia, secondo cui le date indicate per completare una serie di interventi sugli impianti sono troppo lontane e c'è il rischio di un'infrazione alle procedure Ue.
Nelle sue osservazioni alla richiesta di modifica dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), l'agenzia è critica anche sul riavvio dell'altoforno numero 5, il più grande d'Europa, perché l'aumento della produzione (pure sollecitato dai sindacati, che difendono l'occupazione) esporrebbe la salute della popolazione a un rischio "non accettabile".
La cordata ArcelorMittal-Marcegaglia-Intesa Sanpaolo ha proposto, dal 2018, il taglio di circa 4.800 lavoratori sui 14.200 attuali, in gran parte a Taranto, per attuare un piano che prevede investimenti per 2,3 miliardi di euro e, dal 2024, una produzione di oltre 8 milioni di tonnellate di acciaio l'anno.
Gli esuberi resterebbero in carico alla "vecchia" Ilva, quella gestita dai commissari dell'amministrazione straordinaria, almeno fino al 2023, per attuare piano ambientale e bonifiche.
Numeri che non piacciono ai sindacati, preoccupati soprattutto per il destino degli esuberi dopo il 2023.
Ma l'accordo sindacale è la necessaria premessa alla formalizzazione della vendita di Ilva, per cui Am InvestCo verserà 1,8 miliardi. Se saltasse, il più grande gruppo siderurgico italiano sprofonderebbe di nuovo nella crisi seguita al sequestro di parte degli impianti (che dura ancora oggi) nell'ambito di un'inchiesta sulle emissioni inquinanti. Crisi aggravata da anni di calo nella domanda internazionale di acciaio e dalla concorrenza dei produttori asiatici.
Necessario anche il via libera dell'Antitrust europeo.
In attesa della vendita definitiva, da fine anno Am InvestCo prenderà in affitto gli impianti Ilva per 180 milioni di euro.