ROMA (Reuters) - Mentre la possibilità di elezioni in autunno diventa sempre più concreta, il governo chiede alla Commissione europea uno 'sconto' di circa 8,5 miliardi sulla correzione del 2018.
Se Bruxelles accogliesse la richiesta, le risorse da trovare per centrare i nuovi target di bilancio e disinnescare l'aumento di Iva e accise scenderebbero da 15-16 a circa 6-7 miliardi.
L'Italia punta a ridurre l'aggiustamento del saldo strutturale -- al netto del ciclo e delle una tantum -- a 0,3 dallo 0,8% del Pil indicato ad aprile, secondo quanto si legge nella lettera che il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha scritto al commissario Pierre Moscovici e al vicepresidente dell'esecutivo comunitario, Valdis Dombrovskis.
La correzione, ancorché ridotta, "è uno sforzo sostanziale che permetterà di ridurre ulteriormente il deficit nominale e assicurare una discesa del rapporto debito/Pil", scrive il ministro, che oggi ha incassato dalla Commissione Ue un via libera di principio alla ricapitalizzazione di Mps (MI:BMPS).
La sortita arriva dopo che Pd, Forza Italia, M5s, Lega e Sinistra Italiana hanno raggiunto un'intesa su un modello elettorale di tipo tedesco, cioè proporzionale con una soglia di sbarramento al 5%.
L'accordo è che il Parlamento approvi la nuova legge entro la prima settimana di luglio.
Se i partiti raggiungessero un accordo per elezioni anticipate quest'anno, la data dovrebbe tener conto della necessità di evitare l'esercizio provvisorio, approvando la legge di Bilancio 2018 entro il 31 dicembre.
Il Quirinale preferirebbe mettere in sicurezza i conti pubblici prima di andare al voto, ha spiegato una fonte vicina al presidente Sergio Mattarella.
È plausibile quindi che la manovra sia anticipata rispetto al termine canonico di metà ottobre. Il vantaggio per il Pd di Matteo Renzi sarebbe di togliere l'Iva dalla campagna elettorale.
"Il mio obiettivo è lasciare le finanze pubbliche nel migliore stato possibile e anche spazi fiscali migliori di quel che si poteva immaginare qualche tempo fa", ha detto Padoan a margine di un forum a Bruxelles.
L'esecutivo ha promesso di ridurre il deficit nominale dal 2,1% atteso nel 2017 all'1,2% del Pil nel 2018. Il margine di mezzo punto apre la strada ad un obiettivo programmatico in area 1,7%.
(Giuseppe Fonte)