Il gruppo Pirelli ha chiuso il periodo con indicatori economici in miglioramento, mostrando ricavi in crescita nei primi nove mesi del 17,9% a 4.265,8 milioni di euro e una redditività, intesa come rapporto del risultato operativo sulle vendite, pari al 10,6%, con un incremento di oltre due punti percentuali rispetto all’8,5% dei primi nove mesi del 2010.
Il risultato netto consolidato totale dei primi nove mesi è positivo per 251,3 milioni di euro, in crescita del 56,8% rispetto ai 160,3 milioni di euro del dato a perimetro omogeneo (ante discontinued operations) dei primi nove mesi del 2010. Per Pirelli Tyre, che rappresenta la quasi totalità delle vendite del gruppo (99%), i primi nove mesi del 2011 evidenziano un significativo aumento delle vendite (+18,7% a 4.225,7 milioni di euro) e un ulteriore incremento della profittabilità, con un Ebit margin che si attesta all’11,5% rispetto al 9,4% dei primi nove mesi del 2010.
Nel terzo trimestre, nonostante alcuni mercati abbiano evidenziato segnali di rallentamento, Pirelli ha registrato ricavi in crescita del 18,7% a 1.464,8 milioni di euro e in miglioramento rispetto al secondo trimestre (+13,3% la crescita registrata nel secondo trimestre), con una profittabilità record dell’11,7% (Ebit margin) che si confronta con il 9,5% del terzo trimestre 2010.
La posizione finanziaria netta è passiva per 938,3 milioni di euro rispetto ai 778,9 milioni di euro al 30 giugno 2011. Tale andamento sconta investimenti per aumentare la capacità produttiva per il segmento Premium e la crescita in valore assoluto del capitale circolante derivante dalle maggiori vendite, rispetto all’anno precedente, di prodotti winter il cui incasso è previsto nel quarto trimestre dell’anno.
Prospettive per l’esercizio in corso
Grazie al successo della strategia di focalizzazione sul Premium e alle continue azioni di efficienza, Pirelli prevede di chiudere il 2011 con una profittabilità in linea con il livello più elevato dei target comunicati lo scorso luglio, in occasione della presentazione dei risultati del primo semestre:
il gruppo prevede pertanto un margine Ebit pari a circa il 10% a livello consolidato (target tra 9,5% e 10%) e pari a circa l’11% per Pirelli Tyre (target tra 10% e 11%). L’impatto negativo delle fluttuazioni dei cambi (-3,7% nel secondo trimestre e -2,7% nel terzo trimestre) è previsto a fine anno superiore dell’1,2% (pari a circa 70 milioni) rispetto alla precedente previsione.
Tale effetto, insieme al rallentamento della domanda Truck su alcuni mercati (in particolar modo nell’area Emea) portano Pirelli a prevedere ricavi minori di 5,8 miliardi di euro a livello consolidato (superiori a 5,85 miliardi di euro il target comunicato lo scorso luglio) e pari a circa 5,7 miliardi di euro per Pirelli Tyre (superiori a 5,8 miliardi di euro il target dello scorso luglio) a fronte di una crescita della componente volumi di circa il 3% (superiore al 5% la stima precedente), che riflette un forte incremento dei volumi Premium (+23%) e una razionalizzazione di quelli standard.
La posizione finanziaria netta consolidata è confermata passiva per circa 700 milioni di euro, escluso l'investimento in Russia. Il Cda ha autorizzato nuove emissioni obbligazionarie fino a massimi 800 milioni di euro (o pari controvalore in altre divise) da collocarsi anche in più tranches sui mercati internazionali. {ads3}
Il risultato netto consolidato totale dei primi nove mesi è positivo per 251,3 milioni di euro, in crescita del 56,8% rispetto ai 160,3 milioni di euro del dato a perimetro omogeneo (ante discontinued operations) dei primi nove mesi del 2010. Per Pirelli Tyre, che rappresenta la quasi totalità delle vendite del gruppo (99%), i primi nove mesi del 2011 evidenziano un significativo aumento delle vendite (+18,7% a 4.225,7 milioni di euro) e un ulteriore incremento della profittabilità, con un Ebit margin che si attesta all’11,5% rispetto al 9,4% dei primi nove mesi del 2010.
Nel terzo trimestre, nonostante alcuni mercati abbiano evidenziato segnali di rallentamento, Pirelli ha registrato ricavi in crescita del 18,7% a 1.464,8 milioni di euro e in miglioramento rispetto al secondo trimestre (+13,3% la crescita registrata nel secondo trimestre), con una profittabilità record dell’11,7% (Ebit margin) che si confronta con il 9,5% del terzo trimestre 2010.
La posizione finanziaria netta è passiva per 938,3 milioni di euro rispetto ai 778,9 milioni di euro al 30 giugno 2011. Tale andamento sconta investimenti per aumentare la capacità produttiva per il segmento Premium e la crescita in valore assoluto del capitale circolante derivante dalle maggiori vendite, rispetto all’anno precedente, di prodotti winter il cui incasso è previsto nel quarto trimestre dell’anno.
Prospettive per l’esercizio in corso
Grazie al successo della strategia di focalizzazione sul Premium e alle continue azioni di efficienza, Pirelli prevede di chiudere il 2011 con una profittabilità in linea con il livello più elevato dei target comunicati lo scorso luglio, in occasione della presentazione dei risultati del primo semestre:
il gruppo prevede pertanto un margine Ebit pari a circa il 10% a livello consolidato (target tra 9,5% e 10%) e pari a circa l’11% per Pirelli Tyre (target tra 10% e 11%). L’impatto negativo delle fluttuazioni dei cambi (-3,7% nel secondo trimestre e -2,7% nel terzo trimestre) è previsto a fine anno superiore dell’1,2% (pari a circa 70 milioni) rispetto alla precedente previsione.
Tale effetto, insieme al rallentamento della domanda Truck su alcuni mercati (in particolar modo nell’area Emea) portano Pirelli a prevedere ricavi minori di 5,8 miliardi di euro a livello consolidato (superiori a 5,85 miliardi di euro il target comunicato lo scorso luglio) e pari a circa 5,7 miliardi di euro per Pirelli Tyre (superiori a 5,8 miliardi di euro il target dello scorso luglio) a fronte di una crescita della componente volumi di circa il 3% (superiore al 5% la stima precedente), che riflette un forte incremento dei volumi Premium (+23%) e una razionalizzazione di quelli standard.
La posizione finanziaria netta consolidata è confermata passiva per circa 700 milioni di euro, escluso l'investimento in Russia. Il Cda ha autorizzato nuove emissioni obbligazionarie fino a massimi 800 milioni di euro (o pari controvalore in altre divise) da collocarsi anche in più tranches sui mercati internazionali. {ads3}