L’entusiasmo del mercato per i titoli legati all’IA è stato significativo a partire dal 2023, con un’impennata dei titoli dei “Magnifici 7” del 44,7%. Tuttavia, questa rapida ascesa ha scatenato dibattiti sul fatto che l’IA sia solo una bolla che ricorda la mania delle dot-com o se rappresenti davvero la forza trainante della prossima rivoluzione industriale.
In una nota inviata ai clienti lunedì, AlpineMacro ha dichiarato che per capire quanto ottimismo sia già presente nei prezzi delle azioni ha sviluppato un indicatore proprietario di rilevanza dell’IA (ARI).
L’ARI misura l’esposizione delle società dell’indice S&P 500 all’IA analizzando la frequenza dei termini relativi all’IA nelle loro telefonate sugli utili.
Questo approccio consente ad AlpineMacro di valutare il premio che il mercato ha attualmente previsto per le aspettative legate all’IA.
Secondo l’azienda, l’IA ha influenzato in modo significativo i multipli di valutazione.
L’analisi suggerisce che, senza l’IA, il rapporto trailing P/E per la media delle società dell’S&P 500 sarebbe di 26,3 anziché l’attuale 28, il che indica un premio del 6% dovuto all’IA.
Analogamente, il rapporto P/E forward, attualmente pari a 23, include un premio del 4% dovuto all’IA, che si traduce in 0,9 punti aggiuntivi.
L’analisi aggiunge che anche l’impatto dell’IA sulle aspettative di crescita è notevole. Il mercato prevede una crescita delle vendite del 4,1% per l’azienda media dello S&P 500 nel prossimo anno, ma senza l’IA questa cifra scenderebbe al 2,7%.
In termini di EBITDA, l’IA dovrebbe incrementare la crescita di 2,1 punti percentuali, con il mercato che prevede un aumento del 16,2% rispetto al 14,1% senza l’influenza dell’IA.
I risultati dello studio sottolineano che l’IA ha aggiunto un premio sostanziale alle aspettative del mercato, giustificando valutazioni più elevate in tutti i settori.