MILANO (Reuters) - Telecom Italia, che ieri ha dato il via libera alla richiesta di Vivendi (PA:VIV) di integrare il cda con suoi rappresentanti, ritiene che l'attuale numero di consiglieri sia congruo, ma aggiunge che la nomina dei nuovi rappresentanti sarà di sicuro un'opportunità di arricchimento.
Si legge nella relazione del cda per l'assemblea dei soci, prevista il 15 dicembre, che dovrà votare i nomi proposti dal gruppo francese e la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie.
Vivendi ha chiesto l'aumento del numero dei consiglieri a 17 dagli attuali 13 e la nomina di quattro suoi rappresentanti: Arnaud Roy de Puyfontaine, Stephane Roussel ed Hervé Philippe, tutti massimi dirigenti del gruppo francese, e Felicité Herzog, che lavora a Ondra Partners, società di consulenza finanziaria.
Il comitato dei gestori di Assogestioni (associazione italiana dei fondi di investimento) ha chiesto nei giorni scorsi, in una lettera firmata anche da alcuni fondi esteri, una presa di posizione del consiglio sulla richiesta di Vivendi, lamentando che la nomina avrebbe diluito la presenza delle minoranze in cda.
Il cda Telecom di ieri si é limitato a deliberare l'integrazione dell'ordine del giorno, senza la presa di posizione richiesta da Assogestioni.
Ma, nella relazione preparata per l'adunanza dei soci, ci sono valutazioni sulla richiesta del gruppo francese.
Il cda è favorevole "alla partecipazione dei soci alla vita dell'impresa" e ricorda che spetta all'assemblea decidere il "dimensionamento" del consiglio, si legge nella relazione.
Dice di "reputare la propria attuale composizione adeguata in termini quali-quantitativi e soddisfacente il lavoro e l'impegno dei consiglieri".
Nella fase transitoria che il gruppo sta vivendo, per l'ingresso di Vivendi, "un numero di consiglieri compreso tra 11 e 13 viene tuttora considerato congruo ed adeguato".
Ma "la nomina di ulteriori consiglieri può essere un'opportunità di arricchimento" per il cda "quando chi sia chiamato a parteciparvi sia portatore di professionalità ed esperienze capaci di contribuire fattivamente al processo decisionale della società".
E, nel caso in questione, cioè per quanto riguarda la richiesta di Vivendi, "l'idoneità dei candidati appare indiscutibile, sia per qualificazione professionale sia per loro consuetudine con realtà imprenditoriali che per dimensioni e complessità sono comparabili a Telecom Italia".
Inoltre con l'ingresso dei rappresentanti di Vivendi "resterebbe rispettato l'equilibrio fra i generi e ferma la presenza di una solida maggioranza di indipendenti".
Il mix di "conoscenze esperienze e culture dei diversi Consiglieri risulterebbe consolidato nella componente manageriale e di conoscenza specifica così del settore come di business contigui".
Infine "la proposta di svincolo dal divieto di concorrenza" richiesta "non deroga alla disciplina degli interessi e delle operazioni con parti correlate" e rimane pertanto "pienamente applicabile ove in concreto se ne presentassero i presupposti".
(Stefano Rebaudo)
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