ROMA (Reuters) - Nel decreto fiscale collegato alla manovra potrebbero essere introdotte, con emendamenti dei relatori, alcune norme a sostegno delle banche in materia di deducibilità delle perdite su crediti e sulle imposte differite attive, le Dta secondo l'acronimo in inglese.
Nel primo caso viene modificato il decreto di metà 2015 nella parte che ha consentito alle banche di ammortizzare in 10 anni le rettifiche di valore iscritte a bilancio fino al 2014.
Lo scopo dell'emendamento, secondo quanto riferisce una fonte vicina al dossier, è consentire anche dopo il 2026 di dedurre perdite su crediti per quelle banche che non hanno potuto sfruttare completamente il nuovo regime, per esempio perché risultate incapienti, avendo chiuso in perdita.
La norma stabilisce infatti che la parte di perdite non ammortizzata fiscalmente potrà comunque essere dedotta dal 2026 per il 25% annuo.
L'emendamento sulle Dta dice che il canone versato lo scorso luglio a titolo di acconto sul 2016 deve invece essere contabilizzato come saldo, fornendo un elemento di chiarezza in fase di redazione dei bilanci.
La Commissione europea ha ravvisato nelle Dta italiane una sorta di garanzia pubblica. Il versamento del canone è l'escamotage che ha permesso alle banche di mantenere a bilancio questi attivi, che poi al verificarsi di determinate condizioni si tramutano in crediti d'imposta.
(Giuseppe Fonte)