Di Mauro Speranza
Investing.com - La decisione di Standard & Poor’s, spinge il piede sull’acceleratore dei titoli bancari di Piazza Affari, con la performance del FTSE Italia All Share Banks nettamente migliore di quelle blue chips del Ftse Mib.
Acquisti anche sui titoli di stato con i bond decennali che scendono a 2,53%, calando di cinque punti base, ai minimi di una settimana. Scende lo spread, avvicinandosi a quota 254 punti, tornando ai minimi di metà aprile. Resta positivo anche l’euro nei confronti del dollaro, a quota 1,116.
Tra i migliori titoli finanziari troviamo Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), che guadagna il 3%, seguiti da Ubi Banca (MI:UBI), Banco Bpm (MI:BAMI) e Bper Banca (MI:EMII) con una crescita del 2%. Bene anche Unicredit (MI:CRDI), Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI), Mediobanca (MI:MDBI) e Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI), tutte oltre il +1%. Nota stonata solo per Banca IFIS (MI:IF) (-2,65%).
Dopo molte preoccupazioni per la vigilia, venerdì l’agenzia Standard & Poor’s aveva lasciato invariato il suo giudizio sull’Italia a BBB, con l’outlook che resta negativo.
Nel caso di un downgrade del rating, la valutazione del debito italiano sarebbe passato ad appena un gradino da quello “junk”, ovvero spazzatura, provocando una ulteriore pressione sui titoli di stato.
Restano secondo S&P, però, le preoccupazioni sulla situazione italiana e in particolare sulle banche a causa di “un marcato deterioramento delle condizioni finanziarie esterne”, a cui si aggiungono i “continui cambiamenti politici” che contribuiscono a indebolire “il potenziale di crescita” dell’Italia.
Proprio sul versante politico, l’agenzia ha sottolineato come fattore di preoccupazione lo stop del governo in carica da un anno relativo alle riforme avviate dai precedenti esecutivi.
Sul fronte economico, inoltre, pesa la volatilità della domanda esterna, causa della recessione in cui è scivolata l’economia italiana. Secondo S&P, le prospettive economiche dell’Italia non sono rosee con la fase di stallo che proseguirà per tutto il 2019.