Unicredit-Bpm si gioca sul risparmio gestito: Caltagirone sale al 5,3% di Anima

Pubblicato 10.12.2024, 10:22
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Le pedine del risiko bancario si dirigono verso il risparmio gestito. Dopo che Credit Agricole (EPA:CAGR) ha prenotato il 19,9% di Banco Bpm (BIT:BAMI), questa volta è stato l’imprenditore Gaetano Caltagirone ad attaccare, salendo dal 3,2 al 5,3% di Anima (BIT:ANIM).

Ma il più grande asset manager italiano è al centro dei desideri di Banco Bpm (BIT:PMII), che a inizio novembre aveva lanciato un’opa da 6,20 euro per azione sulla totalità delle azioni ordinarie di Anima.

Da lì a poco, l’istituto guidato da Alessandro Melzi d’Eril si era mosso a sua volta, spartendosi con Banco Bpm, Caltagirone e Delfin il 15% di Banca Monte dei Paschi (BIT:BMPS) messo sul mercato dal Governo.

L’obiettivo? Creare il terzo polo bancario italiano, un’alternativa a Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) e Unicredit (BIT:CRDI), che potrebbe far affidamento su robuste fabbriche prodotto e una forte rete commerciale.

A sparigliare le carte ci ha pensato però l’ops di Unicredit da 10,1 miliardi sul Banco, che ha bloccato i giochi facendo scattare la passivity rule, oltre che provocare il rilancio di Credit Agricole.

Il tempo delle trattative

Ora le parti dovranno fermarsi un attimo, almeno per ricalcolare la posta in gioco. Dal momento dell’opa di Bpm, il prezzo di Anima è salito di oltre il 4,5% rispetto ai 6,2 euro offerti e lo stesso istituto guidato da Giuseppe Castagna ha visto il valore delle proprie azioni crescere di più del 15% da quando Unicredit si è fatta avanti.

Eventuali rilanci potranno arrivare solo l’anno prossimo ma prima dell’assemblea di Unicredit del 10 aprile, dove i soci saranno chiamati ad approvare l’ops. Intanto, si apre il tempo delle trattative.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, più che soldi, è possibile che la Banque Verte, per dare a Orcel la sua fetta del Banco, chieda in cambio una contropartita industriale, per esempio aprendo un negoziato sul credito al consumo di Agos o sull’eventuale acquisto degli sportelli italiani eccedenti dopo la fusione Unicredit- Bpm.

Inoltre, sul tavolo del negoziato, potrebbe anche finire l’allungamento per altri 10 anni del contratto di distribuzione tra Unicredit e Amundi, il big dell’asset management controllato dalla banca francese.

I soci italiani blindano Anima

Per restare sul campo del risparmio, ciò che è certo è che l’ultima mossa di Caltagirone (BIT:CALI) ha blindato la posizione dei soci italiani in Anima. Adesso, le quote dell’editore e costruttore, unite a quelle possedute da Banco Bpm, Poste (BIT:PST) e fondo Fsi sono pari al 49,4% del capitale dell’sgr. Motivo per cui qualunque pretendente dovrà fare i conti loro.

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