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Usa, Tnote balza al 2% dopo inflazione. Wall Street in rosso

Pubblicato 10.02.2022, 15:25
Aggiornato 10.02.2022, 15:53
© Reuters
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Di Alessandro Albano

Investing.com - Listini in ribasso e tassi obbligazionari ai massimi pluriennali dopo i dati sull'inflazione statunitense balzata ai massimi dal febbraio del 1982, una lettura che ha aumentato le scommesse per un aumento dei tassi di 50 punti base nel prossimo meeting della Fed (16 marzo).

Dopo il 2,1% raccolto mercoledì il NASDAQ Composite perde lo 0,8%, il Dow Jones cede lo 0,2%, loS&P 500 è in ribasso dello 0,5%, mentre il Russell 2000 scivola al -0,4%. Dall'altra parte, i Future S&P 500 VIX aumentano del 6,3% a 22,48.

Spinto ancora una volta dai prezzi energetici, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato del 7,5% nel primo mese del 2022 rispetto al +7% di dicembre e oltre il consenso raccolto da Investing.com del 7,3%, mentre l'indice core - che esclude cibo ed energia - è aumentato al +6% (massimi da agosto 1982).

Guardando le principali componenti, i prezzi degli alimentari hanno visto un incremento annuo del 7%, mentre il costo dell'energia ha registrato il +27,0% con tutti i principali sottoindici in forte aumento.

Un dato, quello sull'inflazione, che oltre a far preoccupare il governo per le ricadute sulla domanda aggregata, alimenta le speculazioni sul percorso dei fed funds. Secondo i future di CME, che prezzano 5 aumenti dei fondi federali da qui alla fine dell'anno, un rialzo di 50 punti base è visto al 54% di possibilità rispetto al 25% registrato prima del rilascio dell'IPC.

"Con un altro aumento a sorpresa dell'inflazione a gennaio, i mercati continuano a essere preoccupati per una Fed aggressiva", ha affermato a Cnbc Barry Gilbert, asset allocation strategist di LPL Financial. "Anche se le cose potrebbero iniziare a migliorare da qui, l'ansia del mercato per il potenziale restringimento eccessivo della Fed non andrà via fino a quando non ci saranno chiari segnali che l'inflazione sta andando sotto controllo".

Lato obbligazionario, il treasury a 10 anni ha toccato l'1,995% raggiungendo il tasso massimo dal luglio 2019, mentre il titolo a due anni è balzato all'1,482% appiattendo ulteriormente la curva dei rendimenti.

L'aumento dei rendimenti è stato osservato anche nell'Eurozona - Bund 10y allo 0,252% (livelli del maggio 2018) e Btp all'1,86% (giugno 2019) - con i listini che hanno invertito i leggeri guadagni della seduta: FTSE MIB e DAX poco sotto la parità, mentre il CAC 40 perde lo 0,6%.

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