di Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Con 129 voti favorevoli e 373 contrari, la Camera ha respinto la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 stelle al ministro Maria Elena Boschi sul salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti.
L'ampia maggioranza che sostiene il governo ha reso l'esito scontato, anche perché Forza Italia non ha partecipato al voto, ma la vicenda può comunque comportare un danno d'immagine per il premier Matteo Renzi.
"Mi pare evidente che si sia trattato di un clamoroso boomerang da parte del Movimento cinque stelle. È l'ennesima manifestazione per i media", ha commentato il presidente del consiglio da Bruxelles.
Salvando le quattro banche con la nuova procedura europea di risoluzione, il governo ha azzerato obbligazioni subordinate per 768 milioni, 430 dei quali in mano a clienti retail, secondo il ministero dell'Economia.
La mozione dei cinque stelle accusa la titolare delle Riforme di conflitto di interessi per la posizione del padre Pier Luigi Boschi, che "è stato consigliere di amministrazione e, fino al febbraio 2015, anche vice presidente" di Banca Etruria.
In aula il ministro ha negato che il governo abbia favorito la sua famiglia: "Se la risposta fosse sì sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni". E ha aggiunto: "Se mio padre ha sbagliato deve pagare, su questo io non ho dubbi perché nell'Italia che stiamo ricostruendo non c'è spazio per il favoritismo, non c'è spazio per due pesi e due misure".
Secondo un sondaggio Ixé per la trasmissione Agorà di RaiTre, il 51% degli intervistati ritiene che Maria Elena Boschi non debba dimettersi, mentre il 41% chiede un passo indietro.
Renzi dice che al governo "bisognerebbe fare un monumento" per aver salvato un milione di correntisti e 12 miliardi di risparmi.
Il M5s ha detto di voler presentare un'analoga mozione di sfiducia in Senato, dove il governo ha una maggioranza più debole.
Forza Italia ha depositato una mozione di sfiducia sempre in Senato ma al governo nel suo insieme.
- ha collaborato Giuseppe Fonte