ROMA (Reuters) - La Camera ha dato il via libera definitivo alla conversione di un decreto legge che tra le altre cose impone una stretta ai cosiddetti rave party illegali, stabilendo pene detentive e multe per gli organizzatori.
Il Consiglio dei Ministri aveva approvato il decreto alla fine di ottobre, pochi giorni dopo l'insediamento del governo di Giorgia Meloni, proponendo immediatamente un approccio più severo all'ordine pubblico.
Le nuove norme sono state approvate con 183 voti favorevoli e 116 contrari.
In base al decreto, chi promuove l'invasione di proprietà "al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, è punito con la reclusione da tre a sei anni" e con la multa da mille a diecimila euro, quando dall'invasione deriva "un concreto pericolo per la salute pubblica o per l'incolumità pubblica".
La premier Meloni ha difeso ieri le misure nella sua conferenza stampa di fine anno.
"Da tempo arrivano persone da tutta Europa per organizzare raduni illegali con violenza, droga (...) perché noi lo abbiamo permesso, ma le nazioni normali non permettono di devastare aree protette per divertirsi", ha detto.
Il provvedimento è stato ferocemente contestato dall'opposizione e il governo, all'inizio della settimana, ha dovuto chiedere un voto di fiducia per far passare il provvedimento alla Camera, troncando il dibattito sugli emendamenti.
I partiti all'opposizione, come il Movimento 5 Stelle, sostengono che le pene sono troppo severe e criticano il decreto anche per l'inclusione di norme su questioni separate - come l'abolizione anticipata dell'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19 per i sanitari.
L'ex sindaco di Torino Chiara Appendino, deputata dei 5 Stelle, ha definito il decreto un "abominio" che in realtà "con i rave party ha poco o nulla a che fare".
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Claudia Cristoferi)