Investing.com - Il prezzo del greggio è stabile negli scambi di questo giovedì, rimanendo in range stretto in attesa dei dati sulle scorte USA di greggio e prodotti raffinati.
Il greggio con consegna a marzo sul New York Mercantile Exchange è in salita di 6 centesimi o dello 0,1%, a 52,86 dollari al barile alle 4:10AM ET (09:10GMT), dopo essere salito ieri dello 0,3%.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra il Brent con consegna a marzo è in salita di 3 centesimi, o dello 0,1%, a 55,60 dollari al barile. Il Brent è salito ieri di 26 centesimi o dello 0,5%-
L’Energy Information Administration statunitense rilascerà il report settimanale sulle scorte di greggio oggi alle 10:30AM ET (15:30GMT), nelle aspettative di un aumento di 3,3 milioni di barili.
Le scorte di benzina dovrebbero essere salite di 982.000 barili, mentre le scorte di prodotti raffinati, che includono il combustibile da riscaldamento e il gasolio, dovrebbero segnare un calo di 903.000 barili.
Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono salite di 5,8 milioni di barili nella settimana terminata il 27 gennaio.
L’API ha mostrato un aumento di 2,9 milioni di barili per le scorte di benzina, mentre per i prodotti distillati è stato registrato un aumento di 2,3 milioni di barili.
Il greggio lo scorso mese è rimasto intorno ai 50 dollari, poiché il sentimento è stato influenzato dalle aspettative di un’impennata della produzione di scisto USA e dalle speranze che i tagli annunciati dai principali produttori facciano il loro effetto.
L’attività estrattiva statunitense è aumentata di oltre il 6% rispetto ai livelli di metà 2016, portando il totale ai livella della fine del 2014, quando l’aumento della produzione USA ha contribuito a far crollare i prezzi.
L’impennata dell’attività estrattiva statunitense alimenta i timori che la produzione di petrolio di scisto USA possa minare gli sforzi dei principali produttori per riequilibrare il mercato globale del petrolio.
I paesi OPEC e non-OPEC hanno iniziato a ridurre fortemente la loro produzione nel rispetto del primo accordo del genere dopo quasi 10 anni per cercare di ridimensionare l’eccesso di scorte e supportare i prezzi.
Il 1° gennaio ha rappresentato l’avvio dell’accordo siglato a novembre dello scorso anno tra paesi OPEC e non OPEC, come la Russia, volto al taglio della produzione pari a 1,8 milioni di barili al giorno a 32,5 milioni per i prossimi sei mesi.
L’accordo, se implementato come previsto, dovrebbe ridurre la produzione del 2%. Sul Nymex, i future della benzina con consegna a marzo sono saliti di 0,5 centesimi o dello 0,4% a 1,559 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento con consegna a marzo è stabile a 1,632 dollari al gallone.
I future del gas naturale con consegna a marzo crollano di 7,8 centesimi, o del 2,5%, a 3,195 dollari per milione di BTU.