di Alberto Sisto
ROMA (Reuters) - Stretto fra la crisi che limita molto le possibilità di intervento dell'Autorità e le innovazioni tecnologiche che rendono selvaggio il mercato, il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), Angelo Maria Cardani, ha scelto di fare della presentazione della relazione annuale al Parlamento un momento di istruzione istituzionale.
Nell'intervento ha sorvolato sui dati di mercato per concentrarsi sulle novità che si affacciano su internet e dintorni, i servizi non regolamentati come le messaggistiche gratuite o le apps, suggerendo alla politica interventi da fare e rivendicando nuovi e maggiori poteri.
Il CIMITERO DELLE COMUNICAZIONI
Un 2013 da dimenticare almeno per il settore delle comunicazioni con tutti i comparti che si sono mossi in negativo: in totale si è passati dai 61,5 miliardi del 2012 ai 56,1 miliardi del 2013, -8,79%. Complessivamente l'insieme delle attività tv, telefonia, pubblicità e servizi postali è rimasta per il secondo anno al di sotto del 4% del Pil.
Nella raccolta pubblicitaria anche internet ha avuto il segno meno davanti (-2,45%) sebbene la contrazione più forte subita nella raccolta degli altri comparti ha consentito alla pubblicità sulla rete di arrivare al 19,7% dell'intera torta.
Saranno stati questi dati a spingere Cardani a dedicarsi nel suo intervento alle prospettive piuttosto che concentrarsi sugli effetti della tempesta appena passata.
"Si parla sempre più spesso dei nuovi compiti che dovrebbero assumere le autorità di regolazione di fronte allo sviluppo ormai 'totalizzante' della rete internet, compiti che potrebbero costituire l'essenza di una nuova stagione della regolazione 2.0", ha detto Cardani.
Da più parti, ha continuato il regolatore, "viene con sempre più forza la richiesta di stabilire una parità di obblighi tra i diversi soggetti attivi dal lato dell'offerta", ovvero i tradizionali attori del mercato delle comunicazioni e i nuovi soggetti che forniscono servizi "di instant messaging o di fonia vocale offerti da imprese quali Whatsapp e Skype".
CONSUMO CONSAPEVOLE
Guardando al mercato internet con gli occhi dei consumatori, il presidente dell'Agcom suggerisce alla politica di riflettere su come "garantire una effettiva trasparenza delle condizioni di offerta dei nuovi servizi, ad esempio le cosiddette apps, e quindi favorire scelte consapevoli da parte del consumatore. E, sempre con riferimento alle apps (ma il discorso può valere per altri servizi dell'economia digitale), come garantire una efficace tutela dei minori online? Così, per altri diritti costituzionalmente rilevanti, quali la garanzia del pluralismo dell'informazione".
SEGUIRE L'ESPERIENZA BRITANNICA: PIÙ' POTERE ALL'AUTORITA'
La politica dovrà fare attenzione anche alle più moderne tecniche di funzionamento di computer e sistemi terziarizzati di archiviazione: "E' necessario capire quale possa essere il ruolo delle autorità di regolazione in materia di Big Data e Open Data. Si tratta certamente di materia di competenza dei governi, ma il ruolo delle autorità indipendenti, a tutela della privacy, delle comunicazioni (si pensi al riguardo ai profili della sicurezza delle reti e del pluralismo informativo), ed eventualmente della concorrenza, appare essenziale".
Un mondo nuovo insomma, spesso conosciuto sommariamente e superficialmente dagli stessi utilizzatori, che secondo Cardani richiede un aggiornamento dei poteri del regolatore.
In considerazione della natura multiforme delle problematiche sollecitate da internet, ha detto Cardani, occorre "una riflessione in merito alla possibile ridefinizione dei compiti delle Autorità di regolazione, con un'estensione dei loro poteri che consenta un'azione integrata ed efficace rispetto ai diversi profili accennati: in direzioni già sperimentate in altri Paesi, come l'attribuzione all'Ofcom [l'authority britannica] di poteri antitrust, o verso tematiche che – ad oggi – sembrerebbero di competenza esclusiva delle autorità di tutela della privacy".
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