ROMA (Reuters) - A luglio la produzione industriale italiana è scesa ben oltre le aspettative, bruciando le speranze che il trimestre appena iniziato possa essere positivo, anche se marginalmente.
Secondo i dati Istat l'indice destagionalizzato della produzione industriale italiana è sceso a luglio del'1% sul mese precedente a fronte di previsioni, elaborate in un sondaggio Reuters, che indicavano una variazione nulla su mese.
I numeri pubblicati stamani si confrontano con una crescita dello 0,8% (rivisto da +0,9%) su base congiunturale di giugno, il valore più alto alla scorso gennaio.
L'Istat sottolinea che il livello dell'indice destagionalizzato di luglio (90,6) è il più basso dall'aprile 2009.
L'indice corretto per i giorni lavorativi ha registrato un calo dell'1,8% su base annua dall'aumento dello 0,3% (rivisto da +0,4%) di giugno. Si tratta del calo più marcato dal -2,9% dello scorso settembre.
"E' un dato molto brutto, di gran lunga al di sotto delle aspettative e soprattutto in controtendenza con quello che avevamo visto in altri paesi dell'area euro, soprattuto quelli core, che avevano sorpreso al rialzo e generato aspettative che il dato potesse non essere così deludente anche per l'Italia", commenta Loredana Federico, economista di UniCredit.
Il mese scorso la produzione industriale francese è cresciuta a luglio dello 0,2% rispetto al mese precedente, contro le attese di un calo dello 0,4%.
In Germania è salita dell'1,9% su stime di +0,3%, segnando il maggior incremento mensile da marzo.
A livello complessivo di zona euro i dati Eurostat di oggi mostrano un incremento dell'1% sui mese e del 2,2% su anno.
SI ALLONTANANO ATTESE STABILIZZAZIONE TRIMESTRE
I segnali di debolezza evidenziati dagli ultimi indicatori qualitativi sul settore manifatturiero non offrivano grossi margini per previsioni particolarmente ottimistiche ma il forte dato di giugno aveva acceso qualche speranza per un trimestre positivo anche se marginalmente.
La velocità del deterioramento visto a luglio allontana però queste attese in un quadro complessivo di debolezza alimentato dalle tensioni geopolitiche e dalla scarsa domanda estera, soprattutto da parte delle economie emergenti, mettendo dunque in seria discussione le ultime stime sul Pil.
"A questo punto anche ad essere ottimsti ed immaginare che da qua in avanti ci sia solo una stagnazione della produzione industriale, questo si traduce in un andamento del trimestre in linea con quello visto nel trimestre precedente", dice Federico.
Nel trimestre aprile-giugno la produzione industriale è calata dello 0,4% a livello congiunturale.
"Il dato è deludente, e a giudicate dagli indicatori di fiducia che abbiamo avuto ad agosto, questo significa che con tutta probabilità la produzione industriale scenderà nel terzo trimestre, il che significa che il Pil rischia ancora una contrazione", dice Riccardo Barbieri di Mizuho.
L'economia italiana, reduce da una caduta dell'1,9% l'anno scorso e del 2,4% nel 2012, dopo aver segnato una crescita appena positiva alla fine del 2013, è tornata in recessione nel secondo trimestre dell'anno, con una contrazione del Pil dello 0,2% congiunturale, preceduta da un calo dello 0,1% nei primi tre mesi del 2014.
PREOCCUPA DEBOLEZZA BENI CONSUMO E STRUMENTALI Per quanto riguarda le singole industrie, a luglio l'indice destagionalizzato ha registrato variazioni congiunturali negative in tutti i comparti.
In particolare modo diminuiscono i beni di consumo (-2,4%) e i beni strumentali (-2,1%).
Cali più lievi si registrano invece per l'energia (-0,8%) e i beni intermedi (-0,6%).
- hanno collaborato Antonella Cinelli, Gavin Jones