KIEV (Reuters) - I due porti ucraini sul mar d'Azov, quello di Berdiansk e quello di Mariupol, sono di fatto sotto il blocco della Russia, con le navi che non possono né entrare né uscire.
Lo ha detto il ministro ucraino delle Infrastrutture, Volodimir Omelian, a pochi giorni dall'incidente navale di domenica scorsa nello stretto di Kerch.
Secondo quanto scritto dal ministro su Facebook (NASDAQ:FB), complessivamente 35 imbarcazioni non possono operare come vorrebbero e solo le navi dirette ai porti russi sul mar d'Azov possono attraversare lo stretto di Kerch.
"L'obiettivo è semplice: imponendo un blocco navale ai porti ucraini del mar d'Azov, la Russia spera che gli ucraini abbandoneranno i loro territori, territori che ci appartengono in virtù di tutti i diritti internazionali", ha detto.
Sono 18 le navi che aspettano nel mar Nero di poter entrare nel mar d'Azov: quattro devono raggiungere il porto di Berdiansk e altre 14 quello di Mariopol. Altre nove imbarcazioni sono in attesa di poter lasciare il mar d'Azov.
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha smentito le affermazioni di Kiev assicurando che il traffico marittimo nello stretto di Kerch prosegue senza intoppi, nonostante possibili ritardi legati alle cattive condizioni meteorologiche.
La Russia controlla di fatto lo stretto di Kerch, che collega il mar d'Azov al mar Nero, e lo scorso maggio ha inaugurato un ponte di 18 chilometri che collega il proprio tettorio a quello della Crimea, annessa nel marzo 2014 da Mosca.
Domenica scorsa, la Russia ha aperto il fuoco e intercettato tre navi ucraine, prendendo come prigionieri gli equipaggi, nei pressi della Crimea. Mosca accusa queste navi di aver messo in atto una provocazione e di essere entrate in modo illegale in acque russe, fatto respinto da Kiev che fa riferimento a un trattato del 2003 tra Russia e Ucraina sulla navigazione in quelle aree.
Il sequestro delle tre navi ha fatto salire la tensione alle stelle come non accadava da quando i separatisti filo-russi dell'est Ucraina hanno preso il controllo della zona del Donbass nel 2014. Kiev ha instaurato la legge marziale nelle regioni vicine alle linea di confine e il presidente ucraino, Petro Porochenko, ha detto di temere un'invasione di terra.