Investing.com - I futures del greggio sono saliti lo scorso venerdì, segnando il quarto aumento settimanale consecutivo, i trader sono incoraggiati dai segnali che i produttori di greggio aderiranno ai tagli alla produzione.
Il greggio con consegna a febbraio sul New York Mercantile Exchange è salito di 23 centesimi, o dello 0,4%, a 53,99 dollari al barile alla chiusura di venerdì.
Il greggio USA è salito al massimo di 18 mesi di 55,24 dollari lo scorso martedì.
Sulla settimana il greggio di New York ha visto un aumento di 97 centesimi, o dell’1,8%, dopo aver chiuso in positivo tutte e tre le settimane precedenti.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a marzo è salito di 21 centesimi o dello 0,4% a 56,82 dollari al barile alla chiusura degli scambi.
Il greggio Brent è salito a 58,37 dollari lo scorso martedì, un livello che non si registrava dal luglio 2015.
Sulla settimana il greggio Brent di Londra ha visto un aumento di 28 centesimi o dello 0,5%. I prezzi sono saliti dopo le indicazioni che i principali produttori di greggio, come Arabia Saudita e Kuwait, starebbero rispettando i tagli alla produzione.
Il 1° gennaio ha rappresentato l’inizio dell’accordo tra paesi OPEC e non OPEC, con a capo la Russia, volto al taglio della produzione pari a 1,8 milioni di barili al giorno.
L’accordo, se implementato come previsto, dovrebbe ridurre la produzione del 2%. Tuttavia, alcuni investitori restano scettici sull’effettiva implementazione dell’accordo.
Inoltre, si teme un aumento della produzione in Libia e Nigeria, che sono autorizzate ad aumentare la produzione.
Intanto, gli occhi restano puntati sull’aumento dell’attività di estrazione negli USA. Secondo Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti la scorsa settimana è salito di 4 unità a 529, il decimo aumento settimanale consecutivo ed il massimo di quasi un anno.
Secondo alcuni analisti, la recente impennata dei prezzi potrebbe incoraggiare i produttori di scisto a produrre di più, alimentando ulteriormente il problema dell’eccesso di scorte. Sul Nymex, i future della benzina con consegna a febbraio scendono di 0,3 centesimi, o dello 0,2%, a 1,634 dollari al gallone. Sulla settimana i future hanno chiuso in calo del 2,2%.
Il combustibile da riscaldamento con consegna a febbraio sale di 0,9 centesimi, o dello 0,5%, a 1,728 dollari al gallone. Sulla settimana i future hanno chiuso in calo dell’1,5%.
I future del gas naturale con consegna a febbraio salgono di 1,2 centesimi, o dello 0,4%, a 3,285 dollari per milione di BTU. Sulla settimana i future hanno chiuso in calo di 43,9 centesimi, o dell’11,8%, a causa di previsioni di temperature meno rigide a gennaio rispetto a quanto precedentemente previsto.
Questa settimana l’attenzione degli operatori sarà concentrata sui dati sulle scorte USA di martedì e mercoledì alla ricerca di nuove indicazioni sull’andamento della domanda e delle scorte.
Gli investitori continueranno inoltre a seguire le dichiarazioni dei principali produttori alla ricerca di segnali positivi che confermino l’adesione ai tagli alla produzione del prossimo anno.
In vista della prossima settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.
Martedì 10 gennaio
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report settimanale sulle scorte di greggio.
Mercoledì 11 gennaio
La U.S. Energy Information Administration rilascerà il report settimanale sulle scorte di greggio e benzina.
Giovedì 12 gennaio
L’EIA statunitense rilascerà i dati sulle scorte di gas naturale.
Venerdì 13 gennaio
Baker Hughes rilascerà i dati settimanali sul numero degli impianti di estrazione attivi negli Stati Uniti.