di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Manifestazione per due, domenica prossima a Bologna. Sulla scena della performance leghista non ci sarà solo il leader del Carroccio Matteo Salvini, un po' annebbiato dopo l'irresistibile ascesa nei sondaggi della primavera e dell'estate scorse.
Sul palco ci sarà anche Silvio Berlusconi, almeno così ha promesso. Il suo ritorno però ha il sapore del passo d'addio. Almeno a sentire quanto ha detto nella solita intervista autunnale a Bruno Vespa. "Se il candidato alla presidenza del Consiglio non fossi io, che molti percepiscono ormai come un politico professionista, ma una persona che ha saputo conquistarsi la fiducia di un pubblico vasto con la sua attività fuori della politica, molti tornerebbero a votare": ha dichiarato al Bruno nazionale con parole rilanciate ieri anche dal Mattinale di Renato Brunetta.
Berlusconi c'è e non c'è, dice e non dice. Ha detto che Alfio Marchini è il candidato per far vincere il centrodestra alle comunali romane per poi far marcia indietro dopo la valanga di proteste dei suoi. Intanto a destra Giorgia Meloni pare in grado per ora solo di mettere veti a questo e quel concorrente e Salvini è impelagato nelle polemiche interne, politiche e giudiziarie, oltre a quelle di crisi finanziaria che gli hanno fatto decidere di abbandonare la storica sede di via Bellerio a Milano.
La crisi è soprattutto di leadership mentre le scadenze delle prossime comunali si avvicinano e urgono scelte, a iniziare dai candidati da mettere in campo. Grillini e Matteo Renzi per ora osservano quanto avviene alla loro destra, senza troppe preoccupazioni.