ROMA (Reuters) - Nel 2013 in Italia la produzione di rifiuti è stata di circa 29,6 milioni di tonnellate, quasi 400.000 in meno dell'anno precedente, e circa 260.000 sotto il dato del 2002, soprattutto a causa della crisi economica.
Lo indica il rapporto annuale sui rifiuti diffuso doggi dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
"Il trend in calo degli ultimi anni (è) essenzialmente dovuto alla crisi economica", dice un comunicato dell'Istituto.
"L'andamento della produzione dei rifiuti urbani appare, in generale, coerente con il trend degli indicatori socio-economici. Nell'ultimo anno il PIL e le spese delle famiglie fanno registrare contrazioni dell'1,9%, e del 2,5%, rispettivamente, a fronte di una riduzione più contenuta del dato di produzione dei rifiuti urbani (-1,3%)".
Tra il 2012 e il 2013 ogni abitante ha prodotto in media 18 kg in meno di rifiuti rispetto a un anno prima, un calo inferiore a quello registrato tra 2011 e 2012 (-23 kg).
La regione che produce più rifiuti è l'Emilia-Romagna, con 625 kg a testa, mentre in Basilicata il dato scende a 359 kg.
La raccolta differenziata, dice l'Ispra, è aumentata nel 2013 arrivando a una media nazionale del 42,3%, cioè +2 punti percentuali rispetto al 2012. Nel Lazio, però, è ancora al 26,1%, mentre in Campania è al 44%, sopra il dato nazionale.
Mentre la raccolta differenziata aumenta - sia pure sotto le soglie previste dalla legge Ronchi - resta però forte il ricorso alla discarica. Lo scorso anno il 37% dei rifiuti italiani è stato smaltito nelle 108 discariche operanti sul territorio nazionale. Ma oltre 4,5 milioni di rifiuti (cioè il 42% del totale finito in discarica) sono stati conferiti senza alcun tipo di trattamento preventivo, violando la legge.
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