ROMA (Reuters) - Dopo che il Pd ha annullato il previsto incontro di oggi per discutere di legge elettorale e riforme istituzionali, il Movimento 5 stelle ha fatto sapere oggi che intende parlare direttamente solo con il premier e leader democratico Matteo Renzi, perché "gli altri interlocutori non sono credibili".
Alcune ore dopo, in un post sul suo blog, il leader del movimento Beppe Grillo ha attaccato duramente il Pd, dicendo che preferisce "gli incontri al chiuso" con Silvio Berlusconi e che Renzi è condizionato dai vertici di Forza Italia.
Ma dopo un paio di messaggi via Twitter di Renzi e alcuni scambi - sempre online - tra esponenti dei due gruppi politici, Grillo ha poi precisato che "le porte per una discussione sulla legge elettorale per il M5s sono sempre aperte, né mai le ha chiuse nonostante continue provocazioni".
La settimana scorsa lo stesso Renzi ha confermato l'intesa con Silvio Berlusconi sul cosiddetto Italicum, cioè una legge elettorale con premio di maggioranza alle coalizioni, un possibile secondo turno, senza voto di preferenza. Ma questa mattina i grillini hanno comunque presentato una proposta di compromesso per convincere il Pd a "cambiare verso" sulla riforma elettorale.
In una conferenza stampa convocata a Montecitorio una volta saltato l'incontro con il Pd, il vice presidente della Camera Luigi Di Maio e il responsabile delle riforme del M5s Danilo Toninelli hanno illustrato un sistema basato sul doppio turno non di coalizione ma di singole liste, con il voto di preferenza e una clausola specifica per evitare le candidature al Parlamento di condannati per alcuni reati.
ESPONENTI M5S PER CONFRONTO. GRILLO ATTACCA, POI PRECISA
"Ci dispiace che si sia persa un'occasione importante. Noi abbiamo le idee chiare; dall'altra parte c'è molta confusione", ha detto Di Maio commentando la notizia dell'annullamento dell'incontro col Pd, rinviato a data da destinarsi. Secondo il Pd, il M5s non ha fornito, come invece era stato chiesto, le risposte scritte a una serie di quesiti avanzati nei giorni scorsi sulla possibile intesa sulle riforme.
Di Maio - che nel fine settimana, in un'intervista al Corriere della Sera, aveva dato la disponibilità dell'M5s su 8 dei 10 punti sollevati dal Pd - ha spiegato invece che vista la delicatezza e anche l'ambiguità di alcuni temi serviva un incontro di persona "e non uno scambio di carte bollate", e che il movimento di Beppe Grillo resta aperto al confronto.
"Ma d'ora in poi noi parliamo solo con Renzi", ha precisato, accusando i dirigenti del Pd di "scortesia istituzionale" e di aver creato confusione sulle date del faccia a faccia, concordato la scorsa settimana con il vice segretario Lorenzo Guerini.
Poche ore dopo, però, è stato lo stesso Grillo a sparare contro Renzi. "Si prende atto che un confronto democratico e trasparente in Italia è oggi impossibile. Il Pd ha annullato l'incontro con il M5S per la legge elettorale nonostante (o forse proprio per questo) l'apertura dimostrata dal M5S con l'intervista del Corriere della Sera di domenica di Luigi Di Maio", ha scritto sul suo blog.
"Renzi rifiuta con il M5s ogni confronto democratico e che l'Italia dovrà pagarne tutte le conseguenze". Ma, ribatte Grillo, "il M5s non resterà a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto".
Su Twitter però è arrivata subito la risposta del premier: "Io sono un ebetino, dice Beppe, ma almeno voi avete capito quali sono gli 8 punti su cui M5s è pronto a votare con noi? Poche chiacchiere".
Poco dopo Renzi ha ripetuto la richiesta di un documento scritto: "Non è uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel M5s prevale chi vuole costruire o solo chi urla".
Dopo una serie di scambi tra Di Maio e il deputato Pd Roberto Gianchetti e altri esponenti democratici, Grillo è di nuovo intervenuto sul blog per dire: "Tra il mio intervento di oggi e la conferenza stampa di Di Maio e Toninelli non vi sono contraddizioni. Il M5s ha il dovere come seconda forza politica di migliorare la legge elettorale e ci proverà fino in fondo".
NUOVA PROPOSTA DAL M5S
La nuova proposta del M5s è molto diversa rispetto al precedente "Democratellum". Via le preferenze negative, ma comunque resta il voto di preferenza. Niente coalizioni, ma un sistema in cui competono singole liste - su collegio unico nazionale, o su maxi-collegi - senza soglie di sbarramento: se nessun partito prende il 51% al primio turno, i due più votati vanno al ballottaggio (similmente all'attuale sistema di elezione dei sindaci).
"In questo modo, anche i partiti più piccoli possono aspirare a un seggio, ma la governabilità che chiede Renzi è garantita", dice Toninelli.
La proposta prevede anche il divieto di candidatura per i condannati per una certa serie di reati e il divieto di candidature in più collegi.
Un sistema che potrebbe piacere al Pd, primo partito alle europee con quasi il 41% e che con Renzi sembra aver riscoperto la cosiddetta "vocazione naggioritaria". Ma che di sicuro non piacerà a Forza Italia, oggi terzo partito dopo il M5s.
Se però il Pd respingerà la proposta, avverte Di Maio, il movimento farà la sua battaglia in Parlamento sul Democratellum, cercando comunque di correggere l'Italicum, a partire dall'inserimento del voto di preferenza.
(Massimiliano Di Giorgio)
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