WASHINGTON (Reuters) - Il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato oggi che è arrivata l'ora per gli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, una mossa criticata da praticamente tutta la comunità internazionale e che interrompe la linea seguita per decenni dai suoi predecessori.
In un discorso alla Casa Bianca, il presidente ha inoltre annunciato di aver ordinato al Dipartimento di Stato di inziare a progettare il trasferimento dell'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme. Trump non ha fissato alcun calendario per l'operazione, che potrebbe durare tra i tre e i quattro anni.
"Ritengo che sia arrivata l'ora di riconoscere ufficialmente Gerusalemme come capitale di Israele", ha detto Trump. "Siccome i presidenti precedenti avevano fatto questa promessa, andava onorata. Oggi, io la onoro".
Lo status di Gerusalemme, che ospita siti sacri per musulmani, ebrei e cristiani, è uno dei temi più spinosi degli sforzi per la pace in Medio Oriente.
Israele ritiene la città la sua eterna e indivisibile capitale e vuole che tutte le ambasciate abbiano lì la propria sede. I palestinesi la vogliono capitale dello stato palestinese nel settore orientale della città, che Israele conquistò nella guerra del 1967 e annesse in una mossa mai riconosciuta a livello internazionale.
Trump ha agito in base a una legge del 1995 che richiede che gli Stati Uniti spostino l'ambasciata a Gerusalemme. I suoi predecessori, Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama hanno evitato di prendere una decisione in merito per evitare di infiammare le tensioni in Medio Oriente.
Un inviato palestinese ha detto che la decisione di Trump rappresenta una dichiarazione di guerra. Anche Papa Francesco ha chiesto che venga rispettato lo status quo di Gerusalemme, dicendo che nuovi tensioni aggreverebbo i conflitti nel mondo.
Cina e Russia hanno espresso timori per la decisione.
Tutti gli alleati degli Usa hanno espresso preoccupazione per eventuali ripercussioni.