Sta diventando sempre più difficile restare ottimisti sul secondo produttore di chip al mondo, Intel (NASDAQ:INTC), in questi giorni. La compagnia sta perdendo alcuni dei suoi principali clienti, mentre i rivali minori stanno sconfinando nei suoi territori.
Questa situazione allarmante pesa fortemente sul titolo. È crollato di circa il 14% negli ultimi tre mesi, chiudendo al ribasso per la terza seduta di fila ieri a 47,75 dollari, ed ha segnato una performance decisamente inferiore rispetto al riferimento di settore, l’indice Philadelphia Semiconductor Index, rimasto relativamente invariato sull’ultimo trimestre.
Nello stesso periodo, il rivale di Intel, Advanced Micro Devices Inc (NASDAQ:AMD), ha visto un’impennata di oltre il 20%, che si aggiunge al rimbalzo dell’80% sull’anno in corso, contrariamente alla debolezza del settore.
E oltre a dover fare i conti con il ribasso ciclico che sta pesando sull’industria dei semiconduttori quest’anno, Intel ha anche dei seri problemi per conto suo da risolvere. L’azienda si ritrova in un ambiente altamente competitivo, in un settore che prospera nel produrre i chip più piccoli, più efficienti e potenti nei volumi più alti.
I problemi di produzione di Intel
Le ultime informazioni dalla compagnia suggeriscono che sta restando indietro nella corsa, offrendo ai rivali la possibilità di minacciare quello che può praticamente essere definito il suo monopolio sui mercati dei PC e dei server. La preoccupazione maggiore per gli investitori di Intel è che i problemi manifatturieri sono piuttosto diffusi e stanno causando un rallentamento persino nelle divisioni più solide della compagnia.
L’anno scorso, gli investitori sono rimasti delusi quando Intel ha confermato che non avrebbe prodotto in massa semiconduttori realizzati con la tecnologia da 10 nanometri prima della fine di quest’anno. Vivek Araya, analista di Merrill Lynch, all’epoca aveva affermato che il ritardo offre ai rivali, come Taiwan Semiconductor Manufacturing (NYSE:TSM) ed AMD, la possibilità di “scavalcare” Intel lanciando i loro chip a costo inferiore e con performance superiore.
Ad alimentare i problemi di Intel negli ultimi mesi ha contribuito la carenza di componenti nella divisione PC. La compagnia ha previsto che la carenza sarebbe proseguita per tutto il primo semestre, pesando sia sulla crescita delle vendite che sui margini lordi. Nella sua prima call sugli utili come amministratore delegato ad aprile, Bob Swan ha abbassato le previsioni sull’intero anno fiscale, soprattutto per via degli effetti dei prezzi deboli delle memorie e della stagnazione della domanda di processori per server.
Nella stessa settimana, durante un vertice degli analisti, ha reso noto che la crescita di Intel sarebbe stata nel range “inferiore delle percentuali a cifra singola” per i prossimi tre anni e che anche i margini lordi andranno sotto pressione mentre la compagnia cerca di risolvere i problemi di produzione.
Tuttavia, dopo che il prezzo è crollato di circa il 20% dal massimo di 52 settimane quest’anno, il titolo di Intel appare economico agli occhi di parecchi analisti. Con un multiplo P/E forward di circa 10,68, il rapporto più basso dal 2015, ed un rendimento del dividendo di circa il 2,60%, Intel sembra allettante per qualcuno. Ma c’è un grosso rischio per questa valutazione: un altro aggiustamento al ribasso delle previsioni sui ricavi potrebbe essere proprio dietro l’angolo quando la compagnia pubblicherà gli utili del secondo trimestre il 25 luglio.
In base ad una recente nota dell’agenzia di ricerche Raymond James, il prolungarsi degli attriti commerciali USA-Cina che hanno comportato dazi del 25% sui prodotti cinesi e l’inserimento in lista nera da parte degli USA di Huawei Technologies Co. probabilmente scatenerà una serie di avvertimenti sugli utili nel settore dei semiconduttori.
Morale della favola
Malgrado la brusca correzione, non riteniamo che sia ancora arrivato il momento giusto per scommettere sul titolo di Intel. Esiste un forte potenziale di ulteriore peggioramento del sentimento degli investitori, soprattutto se le compagnie di chip taglieranno ulteriormente le previsioni sugli utili per il secondo semestre. Questo, secondo noi, potrebbe offrire un’equazione di rischio-ricompensa più interessante per prendere in considerazione una posizione a lungo termine su Intel. Fino ad allora, è meglio che gli investitori aspettino nelle retrovie.