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2 ETF che potrebbero beneficiare del ritorno del Reflation Trade

Pubblicato 14.12.2021, 14:58
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Wall Street sta prestando attenzione al “reflation trade”, un termine molto utilizzato nel 2021. Le politiche di reflazione solitamente seguono un periodo di contrazione economica. Gli economisti spiegano:

“L’allentamento monetario delle banche centrali è un metodo, l’altro è rappresentato dallo stimolo fiscale e dall’incremento delle spese dei governi, entrambi modi per frenare le pressioni deflazionarie e sollevare l’economia”.

Stimolare l’economia investendo su lavoro ed infrastrutture, nonché le politiche specifiche della Federal Reserve, come il quantitative easing, sono alcune delle modalità scelte per rilanciare l’economia statunitense. Dall’inizio della pandemia nel 2020, molti altri paesi hanno adottato misure simili per rilanciare le loro economie e farle funzionare di nuovo bene.

Quando l’inflazione arriva dopo un bottom del ciclo economico, si ha la reflazione, in quanto i prezzi sottotono cominciano a riprendersi. Inoltre, si ha una crescita sia dell’occupazione che dei compensi. Di conseguenza il reflation trade è l’idea che alcuni segmenti del mercato debbano andare meglio, con l’economia che comincia a riprendersi e “normalizzarsi”.

Wall Street sta discutendo di quali settori e titoli azionari beneficeranno di più se il reflation trade dovesse durare nelle prossime settimane. Le aspettative sono che i titoli value, nonché quelli di materie prime, minerari, finanziari, immobiliari ed infrastrutture, vadano bene.

Ad esempio, il colosso del private equity KKR & Co suggerisce:

“Comprate i price maker, evitate i price taker … Suggeriamo posizioni overweight su infrastrutture, settore immobiliare e finanza basata su asset … In termini di asset globali, siamo overweight su Europa, Giappone, titoli a bassa e media capitalizzazione negli Stati Uniti ed alcuni mercati emergenti”.

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KKR sottolinea inoltre che gli investitori dovrebbero evitare “titoli popolari con valutazioni alte … Pensiamo che molti dei titoli growth più popolari non vadano tanto bene”.

Comprensibilmente, non tutti a Wall Street sono d’accordo con le idee di KKR. E questa differenza di opinioni è ciò che rende dinamico un mercato.

Detto questo, oggi parleremo di due ETF value che potrebbero vedere ritorni robusti nel 2022.

1. Invesco S&P MidCap 400 Pure Value ETF

  • Prezzo attuale: 93,60 dollari
  • Range su 52 settimane: 30,13 - 99,71 dollari
  • Rendimento dividendo: 1,23%
  • Percentuale di spesa: 0,35% all’anno

L’Invesco S&P MidCap 400® Pure Value ETF (NYSE:RFV) investe su titoli USA a media capitalizzazione sull’indice S&P Midcap 400 che offrono valore fondamentale. I gestori del fondo si basano su rapporti come B/P, E/P e S/P.

RFV Weekly Chart.

RFV, che possiede le azioni di 100 aziende, ha cominciato gli scambi nel marzo 2006. In termini di sotto-settori, troviamo finanziari (36,12%), beni di consumo voluttuari (19,62%), information technology (10,40%) ed industriali (9,95%) rispettivamente. I primi 10 nomi del fondo rappresentano quasi un quinto degli asset netti di 152,7 milioni di dollari.

Tra i nomi principali ci sono la compagnia di assicurazioni Unum Group (NYSE:UNM); Navient (NASDAQ:NAVI), che offre prestiti studenteschi; il distributore automobilistico AutoNation (NYSE:AN); Commercial Metals (NYSE:CMC), che produce e ricicla prodotti in acciaio e metallo; e la raffineria petrolifera HollyFrontier (NYSE:HFC).

Dall’inizio dell’anno, l’ETF è balzato di quasi il 30% ed ha segnato un massimo record ad inizio novembre. Nonostante il rialzo del prezzo, i rapporti P/E e P/B si attestano rispettivamente a 10,30x e 1,29x. Gli investitori interessati potrebbero pensare di comprare sul calo. Gli azionisti a lungo termine hanno anche diritto ai dividendi.

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2. Vanguard Value Index Fund ETF Shares

  • Prezzo attuale: 143,78 dollari
  • Range su 52 settimane: 116,08 - 145,80 dollari
  • Rendimento dividendo: 2,11%
  • Percentuale di spesa: 0,04% all’anno

Il Vanguard Value Index Fund ETF Shares (NYSE:VTV) investe su titoli large-cap USA che offrono valore fondamentale. Il fondo ha cominciato gli scambi nel gennaio 2004 e gli asset ammontano a circa 134,4 miliardi di dollari.

VTV Weekly Chart.

VTV possiede le azioni di 347 aziende e replica i ritorni dell’indice CRSP US Large Cap Value Index. La fetta maggiore è composta dai finanziari, con il 22,50%. Seguono sanità (18,40%), industriali (14,20%) e prodotti di consumo (9,70%). I primi 10 nomi rappresentano circa il 20% dell’ETF.

In testa troviamo la Berkshire Hathaway (NYSE:BRKa) (NYSE:BRKb)) di Warren Buffett; i colossi dei servizi finanziari JPMorgan Chase (NYSE:JPM) e Bank of America (NYSE:BAC); il colosso sanitario UnitedHealth Group (NYSE:UNH); il gigante dei prodotti farmaceutici e medici Johnson & Johnson (NYSE:JNJ); e il colosso dell’energia Exxon Mobil (NYSE:XOM).

Dall’inizio dell’anno, il fondo è schizzato del 21,4% ed ha segnato un massimo storico a metà novembre. I rapporti P/E e P/B si attestano rispettivamente a 17,3x e 2,7x. Punteremmo a comprare VTV intorno ai 140 dollari o meno.

Nota dell’editore: Non tutti gli asset descritti sono necessariamente disponibili su tutti i mercati regionali. Consultate un broker accreditato o un consulente finanziario per trovare strumenti simili che possano essere adeguati alle vostre esigenze. Questo articolo è a solo scopo informativo. È opportuno condurre una due diligence prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

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