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2 ETF su risorse naturali e metalli spinti dall’impennata delle materie prime

Pubblicato 03.03.2022, 12:18
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Dopo anni in calo, i prezzi delle materie prime sono in salita da oltre un anno. Tuttavia, la guerra in Ucraina ha aggravato la situazione, in quanto la produzione manifatturiera e le catene di approvvigionamento si basano su materie prime ed energetici che provengono sia dall’Ucraina che dalla Russia.

Il greggio Brent è vicino ai 120 dollari al momento della scrittura, mentre il greggio si dirige verso i 117 dollari. Nel frattempo gli investitori e i consumatori seguono i prezzi degli alimentari, in quanto i due paesi sono grandi esportatori di materie prime agricole come i cereali, tra cui frumento e mais.

Oggi parleremo di due fondi che potrebbero interessare i lettori che guardano ai mercati delle risorse naturali.

1. SPDR S&P Global Natural Resources ETF

  • Prezzo attuale: 59,70 dollari
  • Range su 52 settimane: 48,58 – 60,27
  • Rendimento dividendi: 3,19%
  • Percentuale di spesa: 0,40% annuo

Il fondo SPDR® S&P Global Natural Resources ETF (NYSE:GNR) investe nelle azioni delle compagnia large-cap nei settori seguenti: agricoltura, energetici, materiali, metalli e minerari. Il fondo ha inizato a operare nel settembre 2010.

Grafico settimanale GNR

GNR, che possiede azioni da 92 compagnie, segue l’indice S&P Global Natural Resources Index. Le prime 10 posizioni rappresentano il 35% degli asset totali di 2,68 miliardi di dollari. Oltre un terzo di queste compagnie hanno sede negli USA. Altri hanno sede in paesi come Canada, Regno Unito, Australia, Brasile, Finlandia.

In termini di sotto settore, vediamo materie prime (61,79%), energetici (32,13%) e beni di consumo (4,67%). In pratica, il fondo risente delle oscillazioni dei prezzi delle materie prime, delle dinamiche offerta/domanda e dell’attività industriale.

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Tra i nomi principali: Nutrien (NYSE:NTR), Exxon Mobil (NYSE:XOM), Chevron (NYSE:CVX), BHP Group (NYSE:BHP) e Freeport-McMoRan (NYSE:FCX).

GNR è salito del 19% negli ultimi 12 mesi e del 10,6% dall’inizio dell’anno. Il fondo ha toccato un massimo pluriennale a inizio febbraio. Inoltre, il prezzo attuale supporta un rendimento del 3,2%.

I ratio P/E e P/B di GNR sono di 9,42x e 1,87x. Ci piace la grande diversificazione di questo fondo e crediamo meriti la vostra attenzione.

2. VanEck Vectors Rare Earth/Strategic Metals ETF

  • Prezzo attuale: 110,69 dollari
  • Range su 52 settimane: 67,01 – 126,01
  • Rendimento dividendi: 5,42%
  • Percentuale di spesa: 0,59% annuo

Continuiamo parlando di un ETF che si concentra sugli elementi più rari della terra (REE). Secondo L’Ufficio Parlamentare di Scienza e Tecnologia del Regno Unito questi elementi:

“comprendono i quindici elementi lantanoidi della tavola periodica più scandio e ittrio, e sono utilizzati largamente nei prodotti high-tech e nelle tecnologie a basse emissioni. Attualmente la domanda globale sta salendo e si teme per la disponibilità futura”.

La Cina domina sia le riserve che la produzione degli elementi più rari della terra. Questi si trovano anche in Vietnam, Brasile, Russia, India e Australia. Gli USA hanno dei giacimenti, ma importano principalmente dalla Cina.

Il VanEck Rare Earth/Strategic Metals ETF (NYSE:REMX) investe in aziende che producono, raffinano o riciclano materiali e minerali rari e strategici. Il fondo è stato lanciato a ottobre 2010.

Grafico settimanale REMX

REMX, che possiede posizioni in 20 realtà, segue l’indice MVIS Global Rare Earth/Strategic Metals index. La maggior parte delle aziende presenti nel portafoglio ha sede in Australia (42,62%). Le altre hanno sede in Cina, USA, Canada, Olanda e Francia.

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Gli asset netti del fondo ammontano a 980 milioni, con le dieci principali posizioni che ne rappresentano oltre il 60%. Tra i nomi principali Pilbara Minerals (ASX:PLS), Lynas Rare Earths (ASX:LYC), Ganfeng Lithium (OTC:GNENF) Zhejiang Huayou Cobalt (SS:603799) e Tronox (NYSE:TROX).

Gli investitori buy-and-hold che credono che i timori geopolitici possano offrire una spinta a REMX dovrebbero fare ricerche approfondite. Negli ultimi 12 mesi, REMX ha visto ritorni del 25,9% ed ha toccato un massimo pluriennale a novembre 2021. Dall’inizio dell’anno l’ETF è in calo dell’1,3%.

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