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3 cose a cui prestare attenzione nelle attuali dinamiche dei mercati energetici

Pubblicato 25.02.2021, 15:36
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 25.02.2021

  • Questa settimana e la prossima, i trader devono essere consapevoli che i dati USA saranno influenzati dal gelo invernale che ha bloccato la produzione petrolifera in Texas la scorsa settimana.
  • La prossima settimana, i trader dovranno prepararsi a ricevere notizie dall’OPEC+, che sta cercando di adattarsi ai prezzi in salita senza spaventare i mercati.
  • Dopo la prossima settimana, i trader dovranno tenere presente che i prezzi del greggio al momento più alti saranno un incentivo per i produttori per aumentare la produzione.

1. Dati USA e persistenti problemi legati al gelo in Texas

Sebbene l’emergenza meteorologica in Texas sia passata, i trader devono essere consapevoli che i report dell’EIA sulla produzione di greggio e benzina negli Stati Uniti saranno ancora strani questa settimana e la prossima. I dati sui consumi di benzina negli Stati Uniti saranno inoltre insolitamente bassi per la settimana precedente dal momento che il Texas è la maggiore fonte di consumo di benzina negli USA. I texani non hanno viaggiato molto la scorsa settimana, per via del clima rigido.

Brent Weekly TTM

Grafico settimanale Brent sui 12 mesi precedenti (TTM)

Grafico fornito da TradingView

I prezzi del greggio hanno continuato a salire questa settimana, con il Brent ed il WTI che hanno segnato nuovi massimi di 66 e 63 dollari al barile rispettivamente, a mezzogiorno di mercoledì. Parte del rialzo è dovuto al persistente impatto del gelo in Texas sulla produzione petrolifera statunitense, ma si è registrata anche una considerevole riduzione delle scorte USA di greggio e benzina.

Dopo aver toccato un picco nel luglio 2020, le scorte sono scese di circa 195 milioni di barili, cancellando di fatto l’incremento visto nella primavera e nell’estate 2020.

2. Il vertice OPEC+ del 4 marzo

Sembra sempre più che il mercato possa andare in carenza di scorte man mano che ci avviciniamo ai mesi primaverili ed estivi. L’OPEC+, che si incontrerà la prossima settimana, il 4 marzo, senza dubbio prenderà in considerazione questo aspetto quando dovrà decidere se alzare le quote di produzione a partire dal 1° aprile.

Al momento, l’OPEC+ sta limitando circa 7 milioni di barili al giorno di greggio. Secondo Reuters, i produttori OPEC+ valuteranno se aumentare la produzione petrolifera per un totale di 500.000 barili al giorno durante il vertice della prossima settimana. Tuttavia, non è garantita l’unanimità della decisione. È probabile che la Russia insista per un aumento maggiore e che l’Arabia Saudita inviti alla prudenza.

Oltre ad un aumento complessivo della produzione OPEC+, l’Arabia Saudita intende portare la produzione al livello a cui avrebbe dovuto produrre prima di decidere di tagliare un milione di barili al giorno “in più” a febbraio e a marzo. E questo probabilmente avverrà ad aprile.

Secondo alcune voci di corridoio, il paese potrebbe incrementare la produzione prima di aprile, ma i sauditi di recente hanno rassicurato il mercato affermando che continueranno a limitare la produzione fino ad aprile.

Anche se durante il vertice OPEC+ del 4 marzo dovrebbero essere fissati solo gli obiettivi di produzione per aprile, i trader non dovrebbero escludere la possibilità che il gruppo presenti un piano per implementare dei graduali aumenti della produzione da aprile a giugno, come compromesso.

L’OPEC+ potrebbe anche considerare la possibilità di includere presto l’Iran nelle quote di produzione. Sebbene il governo Biden non abbia ancora allentato le sanzioni sul greggio iraniano, ci sono segnali secondo cui potrebbe farlo presto. In base ai dati di TankerTrackers.com, l’Iran ha esportato 1,49 milioni di barili al giorno di greggio a gennaio, ma il paese avrà la possibilità di aumentare questa quantità se le sanzioni dovessero essere annullate.

3. Prospettive per la produzione di scisto

Da quando i prezzi del greggio hanno iniziato a scendere nel 2014, si è molto parlato di quale prezzo servisse ai produttori di scisto in modo da andare “in pareggio” ed avere profitti. Nel 2016, si diceva che la maggior parte dei progetti dello scisto avessero bisogno di un prezzo del greggio compreso tra i 50 ed i 65 dollari al barile per essere commercialmente redditizi. Nel 2020, si riteneva che metà di tutti i pozzi di scisto sarebbero redditizi a 40 dollari al barile.

WTI Weekly TTM

Grafico settimanale WTI sui 12 mesi precedenti (TTM)

Ora che il WTI ha superato i 60 dollari al barile, le società che operano nelle regioni dello scisto aumenteranno la produzione? Secondo l’EIA, la produzione petrolifera negli USA è stabile a circa 11 milioni di barili al giorno. Si tratta di un calo rispetto al massimo di 13 milioni di barili al giorno dello scorso anno. Anche se molte società petrolifere hanno garantito al mercato che un rialzo dei prezzi del greggio non li incentiverebbe ad alzare la produzione quest’anno, ci sono segnali che i produttori aumenteranno la produzione, soprattutto dove non sono necessarie nuove trivellazioni.

L’amministratore delegato di Pioneer Natural Resources (NYSE:PXD) questa settimana si è detto fiducioso che la domanda di greggio sarà così forte che:

“Lo scisto USA non costituirà più una minaccia per l’OPEC e per l’OPEC+”.

Pioneer intende aumentare la sua produzione del 5% all’anno sul lungo termine ma, considerato il commento dell’amministratore delegato, non sorprenderebbe vedere una crescita maggiore della produzione sul breve termine, date le condizioni del mercato.

Se i produttori di scisto alzassero la produzione (e probabilmente potrebbero aumentarla di almeno un milione di barili al giorno), le scorte ovviamente saliranno. Con una pressione ribassista sui prezzi. Con prezzi di oltre 60 dollari al barile, tutti i trader dovrebbero seguire attentamente i dati sulla produzione.

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