Tecnologia, finanza e politica: la settimana delle grandi scelte sui mercati

Pubblicato 27.01.2025, 09:39
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Doveva essere un format decisamente più sintetico, ma, una volta iniziato a scrivere su ciò che è successo la scorsa settimana e su quello che ci aspetta in questa nuova, non riuscivo a smettere di aggiungere dettagli. Credetemi, molto è stato tolto... ma ogni pezzo sembrava indispensabile per cogliere davvero l’essenza di ciò che sta accadendo nei mercati. Perdonatemi per questa volta, farò il possibile per tornare in futuro sui binari di un formato più conciso!

Un debutto storico: La prima settimana sui mercati di Donald Trump
La prima settimana dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca ha segnato l’inizio di una nuova era politica ed economica, caratterizzata da promesse ambiziose e azioni decise. Con 57 nuovi massimi storici già registrati nel 2024, lo S&P 500 ha accolto il nuovo Presidente con il primo massimo storico dell’anno, trasmettendo un segnale di fiducia agli investitori. Nel primo giorno in carica, il neo presidente ha firmato 26 ordini esecutivi, un record assoluto, concentrandosi su energia, riforma dell'immigrazione, dazi e tecnologia, delineando sin da subito un’agenda che mira a imprimere un netto cambio di rotta. Al World Economic Forum di Davos, Trump ha poi ribadito con forza la sua filosofia economica: “Produrre in America o affrontare i dazi”, trattando temi caldi come i prezzi del petrolio, con un invito all’OPEC, e i tassi d'interesse, evocando un confronto già visto con Powell.

Focus sull’intelligenza artificiale: il progetto Stargate
Investire in tecnologia, e in particolare nell'intelligenza artificiale, sembra essere una delle priorità dell’amministrazione Trump sin dai suoi primi giorni. Questo focus è emerso chiaramente dalla presenza di numerosi CEO del settore tecnologico alla cerimonia d’insediamento e dalle prime mosse presidenziali. Tra queste, un ordine esecutivo per "rendere l'America la capitale mondiale dell'intelligenza artificiale", che impegna le agenzie governative a sviluppare una strategia per garantire il predominio degli Stati Uniti nel settore. L’iniziativa tecnologica più ambiziosa è stata il lancio del progetto "Stargate", una proposta che punta a mobilitare fino a 500 miliardi di dollari di investimenti dal settore privato per costruire l'infrastruttura necessaria a sostenere la crescita dell'intelligenza artificiale. Il piano prevede la realizzazione di data center all’avanguardia, fondamentali per supportare la potenza di calcolo richiesta dall'IA, con la prospettiva di creare fino a 100.000 nuovi posti di lavoro. Il mercato ha accolto con entusiasmo queste notizie, riflettendo l’ottimismo degli investitori verso il settore tecnologico. L’ETF XLK, che rappresenta il comparto tech, ha registrato un progresso del 3,82%, mentre il settore delle comunicazioni ha guadagnato il 4%, guidando le performance settimanali dello S&P 500. Questa tendenza conferma come il sostegno all'innovazione tecnologica possa tradursi in risultati concreti sia per l’economia che per i mercati finanziari.

Energia tra ambizioni e pressioni
Sulla riforma energetica, il presidente Trump ha mantenuto la promessa della sua campagna elettorale di "drill, baby, drill" con una serie di ordini esecutivi volti a supportare la produzione di petrolio e gas negli Stati Uniti. Tuttavia, mentre il settore tecnologico ha risposto con entusiasmo alle prime mosse della nuova amministrazione, il comparto energetico mostra segnali di ambivalenza. Nonostante l’intenzione dell’amministrazione Trump di incentivare un aumento della produzione di combustibili fossili, le compagnie petrolifere e del gas, insieme all’OPEC, potrebbero non condividere lo stesso entusiasmo. Un aumento significativo dell'offerta di petrolio e gas rischierebbe di abbassare i prezzi dell'energia, esercitando pressioni al ribasso sui ricavi e sugli utili dei principali produttori. Inoltre, investimenti in trivellazioni privi di una strategia di lungo periodo non sembrano incontrare il favore delle compagnie energetiche, che guardano oltre l'orizzonte dei quattro anni di mandato presidenziale. Il risultato di questa dinamica si è riflesso nel mercato: il settore energetico degli Stati Uniti si distingue come l’unico tra gli 11 comparti dello S&P 500 a chiudere la settimana in negativo, registrando un calo del -2,07%. Non si tratta di un’evoluzione del tutto nuova: basta ricordare il primo mandato di Trump, caratterizzato da un sostegno ai combustibili fossili, durante il quale il settore energetico chiuse comunque con un calo del 29%.


Mercati contrastanti: tra ottimismo e segnali di allerta
Evoluzione che tuttavia merita attenzione. Da un lato, l’ottimismo tra gli investitori retail americani, secondo i dati dell’American Association of Individual Investors (AAII), torna a puntare verso l’alto: il 43,4% si aspetta che i prezzi delle azioni aumenteranno nei prossimi sei mesi, superando la media storica del 37,5%. Dall’altro lato, il mercato sta evidenziando segnali contrastanti che meritano un'analisi approfondita. Lo SKEW, che misura il rischio percepito di eventi estremi sui mercati azionari statunitensi, è ai massimi da un anno. Questo indica che gli investitori stanno acquistando protezione contro movimenti anomali, ma senza panico evidente. Anche il rapporto tra la volatilità implicita e quella realizzata (IVOL/RVOL) è in ripresa, suggerendo che il mercato sta prezzando un aumento della volatilità futura rispetto alla volatilità storica. Il rapporto HYG/IEI – che confronta la performance delle obbligazioni ad alto rendimento (High Yield Bonds) con quella dei Treasury a medio termine – si trova ai massimi, segnalando una preferenza degli investitori per asset rischiosi rispetto ai rifugi sicuri. Questo elemento contrasta con l’idea di un mercato dominato dalla paura, suggerendo invece che la retorica di Trump viene vista più come strategia negoziale che come minaccia concreta. Nonostante il VIX, noto come "indice della paura," rimanga basso (sotto i 15 punti), il rapporto tra il VVIX, che misura la volatilità implicita del VIX, e lo stesso VIX (attualmente sopra il valore di 6) suggerisce che gli investitori stanno prezzando un potenziale aumento della volatilità futura. Questo, insieme all’aumento dell’IVOL/RVOL, indica che il mercato sta accumulando protezione contro il rischio di shock improvvisi. In sostanza, il mercato appare calmo in superficie, ma sottotraccia si sta preparando a possibili movimenti inattesi.

Europa resiliente e ...
Sul fronte internazionale, la recente debolezza del dollaro, successiva a una significativa fase di apprezzamento, rappresenta un segnale cruciale da monitorare attentamente. Attualmente, le minacce di dazi verso Cina ed Europa appaiono meno immediate e rilevanti rispetto a quanto inizialmente previsto dagli analisti. Al contrario, l’attenzione dell’amministrazione statunitense sembra concentrata su Canada e Messico, accusati di trarre vantaggio dalla loro prossimità geografica agli Stati Uniti. Sulla scia di tali considerazioni il mercato europeo ha dimostrato resilienza. Il DAX tedesco, ad esempio, ha aggiornato il suo massimo storico ben quattro volte nell’ultima settimana, raggiungendo un totale di sette nuovi record dall’inizio del 2025. Tra i protagonisti europei, spicca Novo Nordisk con un incremento dell’8%, grazie ai risultati preliminari positivi di una nuova cura per l’obesità basata sull’amicretina, che ha permesso all’azienda di riconquistare il titolo di prima azienda europea per capitalizzazione. Anche il settore del lusso ritorna di moda: i conti di Burberry, dopo quelli di Brunello Cucinelli (BIT:BCU) e Richemont, hanno dato nuova linfa al comparto, con LVMH che ha registrato un rialzo settimanale del 6,38% ed Hermes che si è posizionata al quarto posto tra le aziende europee per capitalizzazione, superando l’olandese ASML (AS:ASML), la quale riflette maggiormente le incertezze legate alle politiche commerciali statunitensi.

..la sorpresa italiana
Ma è in Italia che l’evoluzione cattura maggiore attenzione. Se Netflix (NASDAQ:NFLX) fosse infatti alla ricerca di una nuova miniserie, il panorama finanziario italiano offrirebbe un’epopea medievale in salsa moderna. Al centro della scena, ci sono alleanze, rivalità e giochi di potere che richiamano le antiche lotte tra i comuni italiani, dove l’apparente ricerca di equilibrio mascherava conflitti per il dominio. La battaglia non si è certo accesa con l’OPA di Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) su Mediobanca (BIT:MDBI), ma è solo l’ultimo capitolo di un risiko in corso, dove i protagonisti – tra cui Banca Generali (BIT:GASI), Intermonte, Banco BPM, UniCredit (BIT:CRDI), Generali e Anima Holding (BIT:ANIM) (e sullo sfondo Roma) – muovono le loro pedine su un campo di gioco intricatamente connesso.
Un aspetto che rende questa saga particolarmente interessante è la disparità di forze in campo: MPS, con una capitalizzazione di mercato di circa 8.79 miliardi di euro, tenta di acquisire Mediobanca, che vale quasi 12.64 miliardi di euro. A sua volta, Mediobanca, per quanto influente, è nettamente più piccola rispetto a Generali, che con i suoi 45 miliardi di euro di capitalizzazione è il vero premio in questa partita. Questa gerarchia di pesi rende evidente che il rischio di manovre è ben più grande dei semplici numeri dichiarati.
Facciamo un riassunto delle puntate precedenti:
· Banco BPM ha cercato di acquisire Anima Holding per rafforzare il proprio ruolo nel risparmio gestito, ma è stata scossa dall’offerta di UniCredit su di sé, creando nuove tensioni.
· Generali ha stretto un accordo con Natixis, ma ha incontrato la resistenza di Caltagirone, che si oppone a qualsiasi operazione che riduca l’influenza italiana sul gruppo assicurativo.
· Nel frattempo, Banca Generali ha avviato un’OPA su Intermonte, un’operazione che rafforza la sua presenza nel wealth management e nelle PMI.
E Mediobanca? Storica protagonista della finanza italiana, è ogi al centro di questa saga. Delfin (19,81%) e Caltagirone (7,76%) sono tra i suoi principali azionisti, e il suo ruolo centrale in Generali (13,10%) la rende una pedina chiave per chiunque ambisca a dominare il "Leone di Trieste." Tuttavia, le sinergie dichiarate mascherano un obiettivo più profondo: il controllo strategico su Generali, il vero tesoro di questa battaglia.
Certamente, una fusione tra MPS e Mediobanca potrebbe creare quel desiderato terzo polo bancario (tanto desiderato dal Governo), unendo le competenze e le strutture di due istituti con una storia e una forza complementare. Ma dietro la facciata economica, il vero gioco riguarda il dominio sugli asset strategici.
Gli investitori restano quindi entusiasmati da questa storia, che non è ancora finita e che vedrà sicuramente nuovi protagonisti entrare in scena. Il settore bancario italiano, che ha trainato i mercati negli ultimi anni – tanto che sotto l’amministrazione Biden il FTSE MIB ha guidato i rialzi tra le principali piazze finanziarie globali – continua ad offrire ragioni per essere considerato promettente. Le prospettive restano interessanti, soprattutto con un comparto in evoluzione e protagonisti che si preparano a svelare i propri bilanci.



I temi critici della settimana
La settimana si presenta ricca di eventi cruciali per mercati e investitori. Il Capodanno cinese, con l’ingresso nel segno del Serpente, darà il via a una settimana di chiusure nei principali mercati asiatici, lasciando tuttavia spazio per dati importanti come i PMI ufficiali cinesi, risultati essere inferiori rispetto alle attese. Sul fronte occidentale, i riflettori saranno puntati sulle riunioni di politica monetaria della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea, simbolo di un contrasto crescente tra le due economie: la robusta espansione degli Stati Uniti, alimentata da un PMI composito medio di 54,3 negli ultimi sei mesi, contro una debolezza strutturale della zona euro, con una media di 49,8 nello stesso periodo, a indicare una contrazione marginale. La settimana sarà caratterizzata dalla pubblicazione di oltre 1.300 trimestrali aziendali, tra cui spiccano quattro delle 'Magnifiche 7' statunitensi: Microsoft (NASDAQ:MSFT), Meta, Tesla (NASDAQ:TSLA) e Apple (NASDAQ:AAPL), con una capitalizzazione complessiva che supera i 9,5 trilioni di dollari. In Europa, grande attesa per i conti di LVMH, SAP, Roche, ASML e Shell, che insieme rappresentano alcune delle principali aziende europee per capitalizzazione di mercato, con un totale di circa 1,4 trilioni di dollari. Questi risultati offriranno indicazioni su come le aziende stanno affrontando le sfide globali, dalla crescente concorrenza tecnologica alle pressioni inflazionistiche senza dimenticare le incertezze commerciali.
Ecco i tre temi chiave da tenere d'occhio questa settimana:
1. La politica monetaria torna sotto i riflettori, con la prima decisione sui tassi di interesse dell'anno per la Federal Reserve (mercoledì) e la BCE (giovedì). Prime divergenze che emergono nel primo mese del nuovo anno, da una parte la Fed dovrebbe mantenere il tasso nell'intervallo 4,25%-4,5%, fermandosi dopo tre tagli consecutivi nel 2024. Dopo i moniti di Trump e le pressioni sul futuro percorso dei tassi gli investitori monitoreranno attentamente la dichiarazione della Fed per avere informazioni sui suoi piani per il 2025, in particolare dopo che la banca centrale ha indicato a dicembre che sono probabili solo due riduzioni dei tassi nel 2025. La BCE di contro dovrebbe continuare il suo ciclo di tagli dei tassi nel 2025, con un taglio di 25 punti base ampiamente previsto. La presidente della BCE Christine Lagarde ha affermato che si prevede che l'inflazione raggiungerà l'obiettivo del 2% quest'anno, offrendo spazio per allentare la politica monetaria e sostenere le economie in difficoltà. Anche la Banca del Canada dovrebbe ridurre di altri 25 punti base i tassi di interesse, il che segnerebbe un sesto taglio consecutivo.
2. Dati macroeconomici e inflazione: I PIL del quarto trimestre saranno osservati attentamente per valutare la resilienza economica globale. Negli Stati Uniti, si prevede una crescita del 2.7%, leggermente inferiore al trimestre precedente, ma ancora solida. In Europa, la crescita sarà più eterogenea: la Germania potrebbe contrarsi (-0,1%), la Francia mostrare una crescita nulla, mentre l'Italia (+0,1%) e la Spagna (+0,6%) potrebbero compensare. Anche i dati sull'inflazione (PCE negli USA e letture preliminari in Europa) daranno indicazioni cruciali sul percorso futuro delle politiche monetarie.
3. Settimana intensa per gli utili, con protagoniste quattro delle Magnifiche 7: Microsoft, Meta, Tesla e Apple. Queste trimestrali potrebbero offrire indicazioni chiave sulle prospettive di crescita del settore tecnologico e sull’impatto degli investimenti in AI e innovazione. Apple (in calo del 13% dai suoi massimi) è sotto i riflettori dopo due recenti declassamenti da parte degli analisti, e i risultati potrebbero ribaltare le aspettative, dimostrando la resilienza dell'azienda. Microsoft giocherà un ruolo cruciale, soprattutto per i progressi nell’IA e la crescita del business cloud Azure. Gli analisti saranno attenti a possibili segnali di rallentamento della crescita o variazioni nelle spese infrastrutturali legate all’IA. Meta, tra spese crescenti per l’IA e il suo ruolo nell’ottimizzare engagement e pubblicità, dovrà convincere il mercato. Gli investitori cercheranno dettagli sugli investimenti in AI, con aggiornamenti su Llama 4 e sull’impatto del ban di TikTok negli Stati Uniti sulle vendite pubblicitarie. Tesla, nonostante il record di 495.570 veicoli consegnati nel quarto trimestre, ha deluso le aspettative degli analisti, registrando il primo calo annuale delle consegne. Questo potrebbe mettere pressione sui margini di profitto, complice anche le recenti riduzioni di prezzo per stimolare la domanda. Tra nuovi modelli, innovazioni nell’IA e crescita nel settore energetico, le prospettive per il 2025 saranno fondamentali per valutare la capacità di Tesla di affrontare la crescente concorrenza nel mercato EV. Non solo tech: attese anche le performance di colossi come Boeing (NYSE:BA), Exxon Mobil (NYSE:XOM) e Visa, per citarne alcuni, che rappresentano termometri chiave per settori strategici. Infine, i riflettori sono puntati su Starbucks, alla sua prima trimestrale sotto la guida del nuovo CEO.



Ma non sono solo le big americane a tenere banco, con in Europa il sipario che si alza per LVMH, Dior, Sap, ASML, Roche, Shell, Sanofi (EPA:SASY), Novartis (SIX:NOVN), Ryanair (LON:0RYA). In Italia riflettori puntati su STMicroelectronics (EPA:STMPA). Big tech americane e Big europee che offriranno decisamente spunti per gli operatori.

Altre notizie: Da tenere d'occhio l’evoluzione dei mercati italiani, influenzati dal risiko bancario, e il settore tecnologico USA, messo sotto pressione dall’ingresso della Cina nel mercato dei modelli di linguaggio generativo (LLM). A guidare questa rivoluzione è DeepSeek, una startup cinese di intelligenza artificiale che, in poco tempo, è diventata l’app gratuita più scaricata su App Store negli USA, superando ChatGPT. Dopo TikTok, RedNote, Temu e Shein, le app cinesi continuano a conquistare il mercato americano.


Mentre il Capodanno lunare è prossimo a segnare l’ingresso nel segno del Serpente, simbolo di trasformazione e strategia, DeepSeek sembra aver anticipato il cambiamento di qualche giorno. Questo lancio non solo incarna il dinamismo e l'ambizione tecnologica della Cina, ma dimostra anche la sua capacità di trasformare il panorama tecnologico globale in tempi rapidi. Nonostante un budget inferiore ai 10 milioni di dollari e l’uso di chip meno avanzati rispetto ai concorrenti statunitensi, DeepSeek ha superato ChatGPT in diversi benchmark, offrendo un prodotto gratuito che ha attirato l’attenzione globale. Questo successo ha sollevato timori tra gli investitori del tech USA, innescando una correzione significativa nei mercati: i futures del Nasdaq 100 sono in calo di oltre il 2% (al momento della stesura), riflettendo il timore di una minaccia concreta per i giganti tecnologici americani. Gran parte del rally del mercato negli ultimi due anni si è basata sull’entusiasmo per hardware e software legati all’IA, con valutazioni elevate che non lasciano spazio a errori. L’ingresso della Cina rischia di cambiare le dinamiche. Riuscirà la stagione delle trimestrali a distogliere l’attenzione da questa notizia e a riportare fiducia nel settore tecnologico?


Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst

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