Mentre il settore della cannabis continua ad attendere la legalizzazione della marijuana a scopo ricreativo a livello federale negli USA, gli analisti seguono da vicino il prossimo passo: quali stati andranno ad unirsi alla crescente lista di giurisdizioni che scelgono di legalizzare l’erba e raccogliere i frutti delle tasse sulle vendite.
Lo sviluppo di questo quadro dell’accettazione da parte dei regolatori riserva vantaggi strategici per alcune compagnie, un aspetto che gli investitori del settore non dovrebbero farsi sfuggire.
Prendiamo ad esempio l’ultimo report dell’agenzia di analisi finanziarie Cantor Fitzgerald. La scorsa settimana, ha pubblicato un report in cui suggerisce che altri cinque stati probabilmente legalizzeranno la cannabis a scopo ricreativo nei prossimi due anni: Arizona, New Jersey, New York, Pennsylvania e Connecticut. Data la dimensione della popolazione in questi stati, il report prosegue affermando che, combinati, questi cinque paesi faranno crescere il mercato della cannabis USA di circa 3,5 miliardi di dollari.
Questo, in base all’analisi di Cantor, permetterà a tre compagnie presenti in questi stati di avere un vantaggio strategico per approfittare delle decisioni a livello legislativo: Curaleaf Holdings (OTC:CURLF) (CSE:CURA), Green Thumb Industries (OTC:GTBIF) (CSE:GTII) and Cresco Labs (OTC:CRLBF) (CSE:CL).
Non saranno le uniche a trarne beneficio. Ma cominciamo da loro.
Secondo quanto riportato dalla ricerca di Cantor, Curaleaf si trova nella posizione di espandere le operazioni in tutti e cinque gli stati. Inoltre, la scorsa settimana, il coltivatore con sede in Massachusetts, il principale operatore della cannabis ad integrazione verticale negli Stati Uniti, ha annunciato di aver stretto un accordo per l’acquisizione di GR Companies, noto comunemente come Grassroots, il più grande operatore privato, pluristatale e verticalmente integrato degli USA. L’accordo renderà Curaleaf la maggiore compagnia di cannabis per ricavi negli USA.
Il titolo di Curaleaf Holding è rimbalzato di circa il 2,5% alla fine della scorsa settimana sulla notizia ed ha proseguito ieri, con un’impennata del 7,6% sulla giornata, chiudendo ad 8,02 dollari.
Titolo OTC Curaleaf Holding
L’amministratore delegato di Curaleaf Joseph Lusardi ha dichiarato, circa l’acquisizione:
“La riuscita acquisizione di Grassroots segna l’inizio dell’espansione di Curaleaf in nuovi mercati verticalmente integrati nel Midwest, consolidando la nostra posizione di leadership sul mercato statunitense”.
L’accordo accelera l’espansione di Curaleaf in Illinois e Pennsylvania, che sono tra i mercati della cannabis più grandi e più a rapida crescita degli Stati Uniti.
Gli consente inoltre di avere una presenza autorizzata in Arizona, Connecticut, Florida, Illinois, Pennsylvania, Maryland, Massachusetts, Maine, Nevada, New Jersey, New York, Nord Dakota e Vermont.
Per quanto riguarda Green Thumb Industries, il report di Cantor prevede che l’aumento della legalizzazione potrebbe portarla a raddoppiare le vendite.
Il coltivatore di cannabis a scopo terapeutico e ricreativo, con sede a Chicago, ha visto il suo titolo salire costantemente per tutto il mese di luglio, con un’impennata di oltre il 33%. Ieri il titolo è schizzato di poco più del 5% sulla giornata chiudendo a 12,82 dollari.
Anche Cresco Labs, che già opera in Pennsylvania, New York ed Arizona, secondo il report di Cantor Fitzgerald potrebbe vedere un raddoppio dei suoi dati sulle vendite.
Titolo di Aphria in salita in attesa dei risultati
Il titolo di Aphria è schizzato di circa il 12% ieri sia a Toronto che a New York. La sua performance sulla piazza canadese è stata la migliore di tutte della giornata sull’indice S&P/TSX Composite. Il rialzo arriva solo due giorni prima della pubblicazione degli utili del quarto trimestre da parte del coltivatore di cannabis con sede in Ontario.
Titolo di Aphria su NASDAQ
Nel trimestre precedente, Aphria aveva riportato un raddoppio delle entrate nette rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, registrando poco più di 144 milioni di dollari canadesi (107,6 milioni di dollari USA) rispetto ai 73,6 milioni di dollari canadesi dell’anno prima.
Oltre alla performance fiscale della prima parte del periodo della pandemia, dai dirigenti della compagnia probabilmente ci si aspetteranno indicazioni sui piani futuri, sulla scia delle notizie circolate all’inizio del mese circa le trattative di fusione con Aurora Cannabis andate a rotoli.
Il titolo di Aphria ieri ha segnato un’impennata del 12,33% chiudendo a 5,74 dollari sul NASDAQ e dell’11,95% sulla borsa di Toronto, chiudendo a 7,68 dollari canadesi.